Con la fine in extremis della telenovela Mauro Icardi, ceduto in prestito al Paris Saint-Germain proprio nelle ultimissime ore del mercato francese che chiudeva ieri a mezzanotte, e con un movimento minore, ovvero il passaggio a titolo definitivo di Ryan Nolan all’Arezzo, si è conclusa la campagna trasferimenti estiva dell’Inter. Ben oltre il gong italiano, Beppe Marotta e soci sono riusciti a trovare il fatidico ultimo tassello del mosaico preparato in questi mesi trovando una sistemazione all’attaccante argentino che dopo un’infinita trafila di voci, supposizioni e corollari legali, alla fine è passato alla corte di Thomas Tuchel, non prima di aver siglato il rinnovo fino al 2022 con il club di Viale della Liberazione. Con la conclusione di quella che è stata, si può dire, la querelle di questo anno 2019, la dirigenza interista può ritenersi soddisfatta di aver sostanzialmente completato a dovere l’opera rispettando i dettami già resi chiari a inizio stagione e consegnando ad Antonio Conte una rosa scevrata dei giocatori ritenuti sin da subito fuori dal progetto come Icardi e Radja Nainggolan, oltre che di Henrique Dalbert, Joao Mario e Ivan Perisic, creando al tempo stesso una rosa rispondente in maniera pressoché ottimale alle esigenze del nuovo tecnico, definito più di una volta il vero ‘top player’.

Un mercato dispendioso, anche in prospettiva futura considerate determinate formule di pagamento, ma sicuramente soddisfacente, che ha visto nell’arrivo di Romelu Lukaku, il gigante, in tutti i sensi, arrivato dal Manchester United, che ha riconsegnato all’Inter quell’aurea di competitor di livello internazionale che sembrava smarrita, il momento sicuramente più alto. Ma nel mentre, sta emergendo in maniera prepotente la bontà dell’operazione legata a Stefano Sensi, giunto a giugno dal Sassuolo dopo un autentico blitz ai danni del Milan e protagonista di primi mesi eccelsi con la nuova maglia. In attesa dell’ambientamento dell’altro pezzo da novanta giunto nell'ultima fase del mercato, ovvero Alexis Sanchez, desideroso di rivincita dopo gli anni bui del Manchester United, e di altri nuovi arrivi interessanti come Nicolò Barella, Valentino Lazaro e Diego Godin, ai quali vanno aggiunti rientranti alla base come Federico Dimarco, Alessandro Bastoni e Cristiano Biraghi.

Inter che ha guardato anche al futuro con gli innesti dei giovani Etienne Kinkoue e Lucien Agoume e con la blindatura del gioiellino Sebastiano Esposito, e ha salutato, oltre ai giocatori già citati, anche George Puscas, Yann Karamoh, Joao Miranda, Samuele Longo e Andrea Pinamonti (più i giovani Marco Sala, Zinho Vanheusden, Andrew Gravillon, Nicholas Rizzo e Rey Manaj). Sicuramente, una lunga e a tratti estenuante maratona che però ha fornito i risultati voluti dalla dirigenza, e che ha riportato l’Inter a ritagliarsi un ruolo da protagonista con la certezza ritrovata di avere un appeal anche per nomi di altissima caratura. In attesa, ovviamente, della parola del campo.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 03 settembre 2019 alle 08:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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