La Juventus non teme che il ritorno dei cori anti Balotelli scanditi ieri da parte dei propri tifosi possa portare a conseguenze gravi come la squalifica del campo, così come avvenne lo scorso anno. La società torinese è infatti convinta  di aver fatto il possibile per allontanare dallo stadio ogni ombra di deriva razzista e per questo rimane serena.  Il silenzio ufficiale che segue la serata di ieri, sottintende questo pensiero. Ma dal club di corso Galileo Ferraris filtra sostanziale fiducia nel fatto che il giudice sportivo non potrà prendere decisioni troppo pesanti in vista di Juve-Inter. Anche perché esistono due differenze fondamentali rispetto all'analogo episodio dello scorso anno: "Un negro non può essere italiano", fu l'aberrante messaggio, ben diverso da quello di ieri ("se saltelli muore Balotelli"), analogamente disgustoso, ma non imputabile direttamente di razzismo, perché il cognome dell'attaccante interista avrebbe potuto essere sostituito da un qualunque altro, indipendentemente dal colore della pelle.

Inoltre, nella precedente occasione ci fu un colpevole ritardo da parte della Juventus nell'intervenire dall'altoparlante dello stadio per condannare subito l'episodio e minacciare la sospensione della partita; stavolta invece l'intervento è stato pressoché immediato. Nell'ambiente Juve non sembra quindi esserci timore per una squalifica del campo, perché non ne sussisterebbero gli estremi. La Juventus fa anche notare di aver aderito massicciamente alla campagna contro il razzismo (proprio nei giorni scorsi è stata presentata una iniziativa congiunta con l'Unesco). La Juve, infine, ricorda che lo stesso Balotelli, è oggetto di insulti verbali in parecchi altri stadi: il problema è quindi generale e occorre studiare collettivamente misure preventive e repressive anche sul problema-cori, dopo quello degli striscioni

 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 23 novembre 2009 alle 17:37
Autore: Christian Liotta
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