Lunga chiacchierata della Gazzetta dello Sport con Roberto Mancini, che commenta varie edizioni della rosea fin dagli albori della sua carriera.

Una parola sola a tutta pagina sulla Gazzetta del 28 febbraio 2007: «Interruptus». Il pareggio con l’Udinese chiudeva la serie record delle 17 vittorie di fila: 1-1. Come Conte a Napoli...
"Speravo che non mi raggiungesse, tanto ormai lo scudetto l’ha vinto... Mi bastava che arrivasse a 16, così mi tenevo il record, perché 17 vittorie sono tante. È un bel record".

Meglio la sua Inter o questa?
"La mia era molto forte, con grandi giocatori, giocava a memoria. Ma anche questa è forte".

«Mancini, qui si fa l’Italia», titolava la Gazzetta quando diventò c.t., maggio 2018. Pensava di farla così in fretta e così bene?
"Avevo molta fiducia, proprio perché nessuno ci credeva. Tutti pensavano che non avremmo avuto buoni giocatori per un po’ e questa cosa mi stimolava molto. Però non pensavo che sarebbe stata messa insieme così in fretta. Ci siamo presi dei rischi andando a cercare tanti giovani, il mix con i più esperti è stato straordinario. Hanno trovato un feeling pazzesco, fondamentale in una squadra".

Spaventato dall’idea di perdere nazionali per colpa della Superlega?
"Sto seguendo quello che accade. Mi auguro solo che si possa trovare una soluzione per tutelate il futuro del calcio a tutti i livelli".

Mancini, immagini la prima della Gazzetta del 12 luglio, il giorno dopo la finale dell’Europeo. Ancora Wembley. Le starebbe bene «Pazienza, Italia. È stato bello»?
"No, no... Grazie. La pazienza l’ho già avuta una volta. Basta".

Ma vorrebbe dire che la sua Nazionale è arrivata fino alla finalissima...
"Io spero che su quella prima pagina ci possa essere scritto qualcosa di così bello da far gioire una nazione intera, dopo quello che abbiamo passato in questo anno e mezzo".

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Sezione: Focus / Data: Mar 20 aprile 2021 alle 11:52 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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