Non solo Eriksen. L'altro giocatore che ha completato lo scacchiere interista, dando brillantezza e qualità anche al versante sinistro, è senza dubbio Ivan Perisic. Lontani i tempi in cui Conte parlava del croato come di un giocatore non adatto al suo modulo, né esterno a tutta fascia né attaccante. Adesso la storia è totalmente diversa e anche qui, come per il danese, il merito va sia al calciatore che all'allenatore. 

"Questo Perisic impetuoso nasce da un patto di sangue: come per Eriksen, il giocatore ha “capito” Conte, ma Conte ha “capito” il giocatore, abbandonando ogni prigione ideologica sul ruolo - sottolinea la Gazzetta dello Sport -. Contro il Milan ecco l’ultimo step: Perisic si è confermato attento dietro, ma è tornato a saltare l’uomo come ai bei tempi". Una crescita esponenziale dovuto al grande lavoro fatto ad Appiano e che ha visto i suoi primi risultati a partire da Inter-Benevento: da lì qualcosa è cambiato anche agli occhi esterni. "Quel 30 gennaio come uno spartiacque: prima il croato creava 1,6 occasioni a gara, da allora si è arrampicato a 2,1. All’inzio gli riuscivano 21,4 passaggi, da Benevento in poi è salito a 26,4. È cresciuto di livello, ha abbracciato il ruolo con altra testa. Si è definitivamente preso la fascia proibita", scrive la Gazzetta.

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Sezione: Focus / Data: Mar 23 febbraio 2021 alle 08:38 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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