"Mi sento come fossi a inizio carriera. Se sono cambiato, è in positivo. Mi sento giovane e mi dovrete sopportare per qualche altro anno. Ho imparato dagli errori e mi sono adattato alle diverse situazioni. Molti tendono a mostrare un'immagine di sé diversa dalla realtà, io non ho mai nascosto chi sono o cosa penso". Così José Mourinho in conferenza stampa a margine di un evento dell'Università di Cruz Quebrad, in Portogallo. Si parla ovviamente anche delle sensazioni vissute nella finale di Conference League vinta a Tirana con la Roma contro il Feyenoord: "Uguali alla prima finale giocata. I 90 minuti della finale sono quelli in cui sono più tranquillo. Come si prepara? La pressione è tanta, si analizzano prima bene gli avversari, cerchiamo di abbassare la pressione cercando di mettere i giocatori nelle migliori condizioni possibili, con poche scelte da fare in campo".

Sull'esultanza a mano aperta indicando i 5 titoli europei: “Una risposta alle critiche? No, non me ne sono mai preoccupato molto. C'è solo un motivo per cui ho festeggiato così: non sono più quello che ero, un giovane allenatore preoccupato della sua carriera e messo alla prova giorno dopo giorno. Sono diventato una persona meno egocentrica, che vive molto più per gli altri che per me stesso. Amo essere a Roma. Non amo quante volte perdo, e lì mi capita di perdere più che altrove. Amo Roma, però, perché loro mi amano e ho una relazione di grande empatia con le persone dentro e fuori dal club. Nessuno mi ha mentito o ingannato o promesso molti zeri (sul mercato). Sono lì perché mi piace". Lo Special One si è si è soffermato anche sui temi relativi al tempo di gioco effettivo e al VAR: "La goal-line technology è oggettiva: la palla è dentro o meno. Non c'è storia. Il fuorigioco, a meno che qualcuno non riesca a fare linee storte, si presume sia oggettivo: o è fuorigioco o no. Abbiamo perso la partita per un fuorigioco di un centimetro? È fuorigioco. Vorrei il tempo di gioco effettivo perché non ci sarebbe spazio per perdere tempo. Mi piacerebbe. In culture come quella portoghese o quella italiana sarebbe una cosa positiva. Il VAR a volte si è mosso in direzioni dubbie. C'è già spazio per dire se ti piace o meno. Ho perso una semifinale di Champions League con un gol non regolare. Se ci fosse stato il VAR, si sarebbe visto che la palla non era entrata, ma ho anche vinto partite con gol in fuorigioco".

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Sab 04 giugno 2022 alle 19:08 / Fonte: Vocegiallorossa.it
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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