Ospite negli studi di Pressing, l'ex portiere dell'Inter Julio Cesar, protagonista del prepartita di San Siro del derby di Milano, ha analizzato la vittoria dei nerazzurri sui cugini del Milan. Focus, inevitabilmente, su Donnarumma, protagonista in negativo del match. "Può capitare un errore a noi portieri. Ha vissuto una bella serata. Nell'occasione del gol, lui sbaglia a leggere la traiettoria del pallone. Sono episodi che non possono che  farlo crescere". Dall'altra parte, Julio Cesar parla anche di chi la partita l'ha decisa, ovvero Mauro Icardi. "Ho visto pochi attaccanti che cercano e trovano la palla come lui lì in mezzo. In più, mi piace il rapporto che ha con la sua famiglia: per esperienza, so quanto possa aiutare avere qualcuno sempre al nostro fianco".

Nel corso della serata l'ex portiere nerazzurro ha poi affrontato i momenti chiave della sua carriera, partendo dalla fine. “Il ritiro è stato un momento difficile, penso che per ogni giocatore quando arriva a questo momento è difficile. Però ho deciso di fermarmi in maniera serena, ho parlato con la famiglia. E poi la schiena faceva male”.

Tanti i compagni e gli avversari di altissimo livello trovati sul cammino. “Ronaldinho, nel momento in cui ho parato il suo rigore nel derby del 2010, era uno dei calciatori più forti al mondo. Tra quelli con cui ho giocato era il più forte di tutti. Era impressionante già a 15 anni quando ho giocato con lui nelle giovanili del Brasile. Messi? “La parata su di lui nella semifinale di Champions al Camp Nou è stata importante per chi ha tirato, per il campo, per la partita. Rimarrà nella memoria di tutti i tifosi dell'Inter. A Milano tutti parlano di quella parata. Ha un significato molto forte”.

Si parla anche della famiglia e della moglie Susana Werner, compagna di Ronaldo prima di diventare la compagna di vita di Julio Cesar. “Tutti pensano che Susana faceva la calciatrice perché la confondono con l'altra compagna di Ronaldo di quell'epoca, Milene Domingues. Susana è scarsissima a pallone... Ma per me è importantissima. Io non ho vinto da solo, lo dico sempre. Abbiamo vinto io e lei. Abbiamo costruito insieme io e lei. E' un pezzo importante della mia vita”.

Si chiude ricordando quello che è stata l'avventura all'Inter. “E' come se fossi andato a dormire e avessi cominciato a sognare. Sono stato sette anni in Italia ed era un sogno. Alla fine mi sono svegliato. In Italia è cambiata la mia vita. Sono conosciuto nel mondo grazie all'Italia, all'Inter, a Mancini”.

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Sezione: Ex nerazzurri / Data: Lun 22 ottobre 2018 alle 01:30
Autore: Federico Rana / Twitter: @FedericoRana1
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