Dopo tante esperienze in giro per diversi club tra i quali l'Inter, Giovanni Gardini è diventato una delle anime dirigenziali del Palermo targato City Football Group. E ai microfoni della Gazzetta dello Sport, l'ex dg nerazzurro, oltre a spiegare il funzionamento della holding calcistica facente capo alla proprietà del Manchester City, rivela una grande differenza sul piano operativo tra la realtà City e buona parte dei club italiani: “Quando mi hanno affidato la gestione del Palermo, la prima cosa che mi hanno chiesto è stata di costruire la parte business: eravamo in 8, ora siamo in 40. Creare le fondamenta del club è imprescindibile. Se hai una squadra forte ma tutto il resto non funziona, non vai da nessuna parte. La pianificazione, la strategia, la credibilità, la competenza sono concetti-chiave nel loro modo di lavorare. Da altre parti, in Italia, è più complicato perché manca la visione su dove si possa arrivare. Il City, invece, è strutturato per raggiungere gli obiettivi e non è un singolo risultato a determinare se il lavoro è buono o cattivo”.

Quale mission è stata assegnata al Palermo? 
"Arrivare in Serie A e poterci stare stabilmente, migliorandosi stagione dopo stagione. Vede, ogni club ha obiettivi specifici, derivanti dalle sue potenzialità. Ci sono quelli che devono costruire giocatori e venderli, altri che devono vincere i campionati. Ecco, la nostra mission non è quella di vendere giocatori, nel senso che il focus non è monetizzare la crescita del talento ma migliorare di anno in anno la classifica. È chiaro che non puoi pensare di fare calcio senza utilizzare la leva del player trading, lo fa anche il Manchester City".  

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Dom 14 aprile 2024 alle 18:42
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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