"Avevo 15 anni e arrivai in Italia come Jonathan Bagora, il cognome di mia madre, tant’è che ancora oggi mi chiamano ‘Bego’. Casiraghi mi scovò per caso. A fine partita mi convinse a fare un provino". Jonathan Biabiany ricorda così, a Gazzetta.it, l'inizio della sua storia con l'Inter. "Sono stato alla grande - racconta il francese ripensando agli anni milanesi -. Mi sono allenato con Recoba, Figo, Adriano, Ibra. Li guardavo e pensavo ‘wow, il Paradiso è davvero così?’. Qualche giorno prima li avevo visti in televisione insieme agli altri, nel convitto. Se me l’avessero detto a 14 anni mi sarei fatto una risata, e invece ero insieme a loro”. A 15 anni all'Inter mi allenavo con Recoba, Figo, Adriano e Ibra.. Li guardavo e pensavo: "Il Paradiso è davvero così?".

Il nativo di Parigi non ha dubbi sulla scelta dell'allenatore più importante della sua carriera: "Rafa Benitez. Mi ha cambiato molto: prima che arrivasse lui giocavo da seconda punta. Lui in ritiro mi ha preso da parte dicendomi le cose in modo chiaro. ‘Ascolta Jonathan, io voglio che fai l’esterno destro’. Si metteva con pazienza a spiegarmi i tagli, i movimenti, le giocate da fare".

Zero esitazioni anche relativamente al ricordo più dolce in nerazzurro: "Il gol al Mazembe nella finale del Mondiale per club. Entro e segno dopo 15’. La soddisfazione più alta in carriera".

Dopo l'Inter, Biabiany è stato a un passo, forse anche meno, dal diventare un giocatore del Milan: "31 agosto 2014, dopo aver giocato con il Cesena vado a Milano per le visite mediche con i rossoneri. Avevo già fatto la foto con la maglia, ma quando il medico tornò in stanza mi diede la botta: aritmia cardiaca. Ti dicono sempre che può capitare a tutti, ma quando capita a te…. Mi è crollato il mondo addosso. Io sono interista, ma quando ti passa sotto il naso una squadra come il Milan rosichi parecchio, c’è poco da dire. Al mio posto arrivò Bonaventura, mentre io sono stato un anno senza giocare”.

Alla fine è tornato sull'altra sponda del Naviglio: "Rientro in campo a fine agosto contro il Verona, poi segno alla prima da titolare contro il Frosinone due mesi dopo. Il Parma era fallito, ero rimasto senza squadra, per fortuna che in panca c’era Mancini".

Mancini rimase all'agosto 2016, sostituito a due settimane dall'inizio del campionato da Frank de Boer: "Col senno di poi è facile dire ‘ecco, Biabiany con lui non ha mai giocato quindi ci va giù pesante’. La critica va al di là del mio impiego. Nessuno dei giocatori era felice. Lui non si è fatto amare per i modi che usava. Si è sempre posto da arrogante o da 'so tutto io'".

Sezione: Ex nerazzurri / Data: Mar 07 giugno 2022 alle 18:54
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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