Uno stopper arcigno che in campo sapeva farsi rispettare. Oggi Gianluca Festa non ha di certo perso la sua grinta: è allenatore stimato, pronto per una nuova avventura oltre i confini della Penisola. Magari per lanciare qualche giovane promessa. Come successo anni or sono con Niccolò Barella. Tra una chiacchiera e l’altra l’ex mister di Cagliari e Como, in esclusiva per FcInterNews, ripercorre il suo passato nerazzurro e svela svariati aneddoti sul suo pupillo.
Partiamo dall’attualità. È da poco finita l’avventura greca col Larissa.
“Una bella esperienza. A fine campionato, dopo aver raggiunto la salvezza e nonostante un contratto di tre anni, ho preferito dare le dimissioni. Ho avuto qualche problema col Presidente della squadra. Avevamo programmi differenti. Ma voglio sottolineare come mi sia trovato bene in terra ellenica. C’è grande passione. E ho percepito il calore della gente”.
Per il suo futuro cosa prevede?
“A giorni potrei definire la mia nuova avventura. Non diciamo niente. Potrebbe essere all’estero e più lontano della Grecia...”.
Torniamo indietro. Lei con la maglia dell’Inter segnò una rete pazzesca in Coppa Italia contro il Fiorenzuola. Un bolide da circa metà campo che si infilò praticamente al sette. Fu un gol cercato?
“Diciamo che ho tirato e sono stato fortunato. È andata bene. Il pallone si è infilato esattamente dove speravo finisse”.
Cosa ricorda di quegli anni all’Inter?
“I nerazzurri mi acquistarono dopo tre stagioni stupende a Cagliari. Venni pure pagato parecchio. Feci una parentesi a Roma in prestito su richiesta del mister dei giallorossi, Mazzone. Poi tornai a Milano e giocai. Vennero allestite delle rose nelle quali spiccavano alcuni campioni. Roberto Carlos era semplicemente Roberto Carlos, su di lui ci fu una svista clamorosa da parte dell’Inter. Ma di forti ce n’erano parecchi. Chi a fine carriera come Zenga, Bergomi o Ferri oppure atleti di spicco come Shalimov, Pagliuca, Ruben Sosa, Jonk e Bergkamp”.
Com’è la piazza dell’Inter?
“Bella ma difficile. Soprattutto se l’ambiente inizia a prendersela con un solo giocatore. I tifosi molto esigenti”.
Barella potrà incontrare difficoltà?
“Niccolò avrebbe potuto fare bene in qualsiasi squadra. Poi lui è interista, quindi potrà trarre più soddisfazioni nel difendere i colori della sua quadra del cuore. Arriva all’Inter come un giocatore importante, nel momento giusto della sua carriera. È vero, è stato pagato una cifra notevole. I nerazzurri hanno puntato su di lui e pretenderanno molto dal giocatore. Ci si aspetta tanto. Ma le assicuro che lui da questo punto di vista non avrà grandi problemi di pressione. È un combattente, uno che si butta nella mischia. È sempre stato così. Anche da piccolo era sfrontato. Un po’ arrogante, ma lo dico con accezione positiva. Conosce i suoi mezzi e crede in sé stesso. Io l’ho fatto esordire in B a Como e in A col Cagliari. Dava sempre l’anima, anche in allenamento. Si figuri che ero io a stopparlo. Gli dicevo addirittura di correre di meno”.
Di episodi che vi legano ce ne saranno parecchi.
“Certo. Le racconto come l’ho portato a Como. Ero in aeroporto e ho incontrato per caso la squadra del Cagliari. Allora ne approfittai per parlare con Barella, spiegandogli che avrei puntato su di lui e che gli sarebbe servito giocare in Serie B, dove c’era un allenatore che gli voleva bene. L’affare si concretizzò nei giorni successivi. Niccolò poi si distinse. Quell’anno gli servì molto. Tutti si resero conto che sarebbe stato un giocatore importante. Di grande prospettiva. E i dati che lo riguardavano erano impressionati. Il Gps certificò dei numeri pazzeschi, da centrocampista di top club. Che dinamicità…”.
Giusto il paragone con Nainggolan?
“Su alcune cose sì, tipo l’intervento per recuperare palla da dietro senza fare fallo. Quello lo può aver preso dal Ninja. Poi ha altre caratteristiche. E fuori dal campo Niccolò è uno molto posato. Uno che ha sicuramente la testa sulle spalle nonostante la giovane età”.
Con Barella e Sensi Inter e Italia possono avere un bel potenziale.
“Assolutamente sì. La personalità con cui Niccolò ha esordito in Nazionale deve essere rimarcata. È tanta roba. Vediamo…”
A cosa devono puntare i nerazzurri?
“A vincere il campionato. Non sarà facile, ma sembra che stiano operando per costruire una squadra importante. A Conte deve essere data carta bianca. Le sue richieste devono essere soddisfatte, parliamo di un martello, che tutti conoscono. La società lo ha preso e lo deve accontentare, altrimenti continuerà a lamentarsi”.
Non sarà facile competere contro la Juve.
“I bianconeri restano i favoriti. Ma speriamo che qualcosa possa cambiare. Sarà difficile che l’egemonia dei bianconeri finisca, ma per il bene della nostra Serie A sarebbe bello un torneo più combattuto. E magari con un esito diverso rispetto alle ultime otto stagioni”.
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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