Ci fosse stato Matt Bellamy, leader storico dei Muse, avrebbe messo a ferro e fuoco tutta Londra, o quantomeno il palazzo adibito a sede del Tottenham Hotspur Football Club, ovviamente in senso artistico come nell'ultimo dei suoi video "Will of the People", title track dell'album in uscita a fine agosto. Come spiegano i Muse in una nota, la canzone tratta, semplicemente, "una storia immaginaria ambientata in un metaverso immaginario su un pianeta immaginario governato da uno stato autoritario immaginario gestito da un algoritmo immaginario manifestato da un centro dati immaginario che gestisce una banca immaginaria che stampa una valuta immaginaria che controlla una popolazione immaginaria che occupa una città immaginaria contenente un appartamento immaginario in cui un giorno un uomo immaginario si è svegliato e ha pensato 'f*****o'". Sensazioni forse portate un po' troppo all'estremo, ma che anche il tifoso dell'Inter, purtroppo reale, rischia di vivere per il secondo anno di fila in una storia anche questa tutt'altro che immaginaria in cui l'autorità centrale (Suning) ha preparato l'ennesima svendita dei suoi campioni. A Milano non si fa la rivoluzione (quella emerge quando e solo se è l'unico modo per bloccare operazioni di mercato prive di qualsiasi logica e che favoritebbero una rivale come la Juve, vedasi lo scambio che non fu Guarin-Vucinic), ma il minimo che ci si possa attendere nell'epoca dei social, non ancora del metaverso, è che il tifo interista alle notizie sull'uscita di Bastoni in direzione Spurs risponda facendo spopolare l'hashtag #SuningOut, ossia un invito diretto agli Zhang di lasciare il timone del club a chi avrebbe veramente a cuore anche il successo sportivo oltre ai valori della squadra, e poi la faccia finita ogni anno con i discorsi sull'attivo, il bilancio e l'autofinanziamento. E quando l'hashtag va in tendenza, ossia quando rientra tra le voci maggiormente registrate dall'algoritmo di Twitter, significa che la Volontà del Popolo ha raggiunto volumi di protesta tale che sarebbe un azzardo per i soggetti a cui ci si appella ignorarla. Pur senza i social, anche i grandi monarchi francesi del passato ne sapevano già qualcosa.

Dopo gli addii di Hakimi e Lukaku, la nuova estate nerazzurra si è già aperta con la scelta di Perisic di salutare Milano imbarcandosi anche lui per Londra, seguendo la scia tracciata un anno fa dall'attaccante belga che aveva voglia di rivincita al Chelsea (da ciò il suo piano di tornare subito all'Inter per riaffermarsi e fra due anni riprovarci a Stamford Bridge, come sognato da bambino). Stavolta è la chiamata del Tottenham e di Conte ad aver ingolosito il croato, che è sempre stato attratto dalla Premier ed è rimasto stizzito per una trattativa di rinnovo con l'Inter protrattasi a suo avviso troppo a lungo: "Con i giocatori importanti non si aspetta l'ultimo momento", aveva dichiarato l'ormai ex 14 nerazzurro fingendo di ignorare le ragioni economiche dell'Inter dietro al ritardo sulla giusta offerta per il prolungamento. È bastato poi il primo squillo di Conte e la qualificazione in Champions guadagnata dagli Spurs ad azzerare ogni dubbio di Ivan il Terribile (da oggi anche il Puntuale). Marotta, Ausilio e Baccin, che già a gennaio indugiavano sulla sua conferma, si erano cautelati piazzando il colpo Gosens, mentre i tifosi alla fine se ne sono fatti una ragione. Una lettura diversa avrebbe invece la cessione di un pilastro e simbolo dell'Inter come Bastoni, nerazzurro dal 2017, esploso con Conte e divenuto tra i centrali più forti e completi a livello europeo. Suo sarà il futuro nel rinnovamento della Nazionale tentato da Mancini, mentre quello a Milano rimane ancorato ai commercialisti di Suning. Marotta, alle prese con un mercato non difficile ma impossibile, ha già convinto Mkhitaryan e anche Dybala, che per l'offerta ufficiale deve attendere le partenze con doppia buonuscita milionaria di Sanchez e Vidal, entrambi cileni e quindi di gusti simili quando c'è da risolvere i contratti. Poi si metteranno a posto anche gli ultimi tasselli, Bremer per la difesa con Pinamonti come possibile contropartita, il vice Brozovic e almeno un altro rinforzo per le corsie. Una trama perfetta e calibrata, con tanto di 'sgarbo' alla Juve, per dare a Inzaghi una squadra pronta per l'assalto alla seconda stella, in una stagione che però rischia di partire con un deficit, quello dell'amore avvelenato dei tifosi. È qui che Suning dovrà compiere una scelta: come Thohir, ascoltare la voce della piazza e studiare vie alternative per gli obiettivi di bilancio, oppure vendere Bastoni al primo che invii un fax al reparto cessioni dell'Inter con un'offerta congrua alla valutazione di 70 milioni (anche stavolta Conte non si farà problemi ad attaccare al suo Tottenham un po' di nerazzurro). La Volontà del Popolo appare alquanto chiara. Cosa farà Zhang?

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Sezione: Editoriale / Data: Lun 06 giugno 2022 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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