Inattesa, soprattutto per il modo in cui è arrivata. L'Inter deve registrare la prima sconfitta in campionato dopo il 5 su 5 che aveva già fatto levare al cielo urla di dolore tra gli avversari e fin troppo facile entusiasmo tra i tifosi. Il Sassuolo conferma di essere un avversario indecifrabile, che riesce ad andare oltre le prevedibili possibilità quando affronta una big, che spinto da uno strabordante narcisismo gode nel farsi bello durante le serate di gala. E nel giro di quattro giorni piega la Juventus e i nerazzurri, come se fosse una passeggiata. Onore ai neroverdi, che sono scesi in campo senza l'abituale nonchalance che li contraddistingue e hanno disputato una partita accorta, ben organizzata tatticamente e sempre pungente davanti. E onore al solito Domenico Berardi, che ci fa malissimo per l'ennesima volta nella sua carriera. C'è modo e modo di estarnare il proprio tifo, il suo tende al sadismo. 

Pazienza, ma non è il caso di rimurginare. Riflettere con cura sugli errori commessi e sul perché l'Inter sia tornata in campo nella ripresa con l'atteggiamento di chi volesse speculare sul risultato, aprendo la strada della rimonta agli emiliani. Questo è il prossimo step in agenda. Perché al termine di una prima frazione complicata tatticamente ma affrontata con il piglio giusto, fino al premio del bel gol di Dumfries (migliore tra i suoi), non è giustificabile lasciare la concentrazione nello spogliatoio soprattutto quando di fronte non c'è l'Empoli (senza offesa ), ma una squadra con tanta qualità. 

Certo, sulla prestazione ha inciso anche la stanchezza, molti giocatori l'hanno accusata già prima dell'ora di gioco e Inzaghi ha tardato le sostituzioni, effettuandole quasi tutte in un colpo e creando così un certo squilibrio per chi è rimasto in campo. A preoccupare è soprattutto la condizione dei nostri due attaccanti titolari: Thuram e Lautaro hanno fatto la loro partita, ma hanno anche esaurito prima del previsto le forze. Il francese è tornato in panchina, il capitano è rimasto nella speranza che inventasse qualcosa. E per poco non ci è anche riuscito. 

Sospiro di sollievo per chi scaramanticamente sosteneva che il campionato fosse già finito, una bugia grande così. Non c'era di sicuro bisogno del Sassuolo per dimostrarlo, anzi se ne sarebbe fatto volentieri a meno. Però dopo questa sesta giornata gran parte del vantaggio accumulato sulle inseguitrici si è dissolto. Rimboccarsi le maniche e tornare a vincere, non c'è altra strada direbbe Luciano. A Salerno sarà già un test importante contro un avversario che sta facendo fatica e ha bisogno di punti. La gestione delle forze a questo punto, e la partita di ieri sera lo testimonia, diventa non una banale strategia ma una autentica necessità.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 28 settembre 2023 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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