Tre sconfitte in sei partite ufficiali non sono accettabili per la squadra che nella scorsa stagione ha lottato sino all'ultima giornata per lo scudetto e ha alzato due trofei. Non sono accettabili perché, dopo i ko con Lazio e Milan, pari grado in campionato, anche con l'ingiocabile Bayern Monaco ammirato mercoledì a San Siro diventava importante raggiungere un risultato positivo, oggettivamente quasi impossibile, per non sentire parlare di Inter in crisi. Invece non abbiamo registrato nessun colpo di scena nella prima uscita europea, hanno vinto i più forti secondo logica.

Ecco, questa Inter, al momento, non sembra in grado di stravolgere le logiche che dominano il calcio, come invece, ad esempio, è riuscito a fare il Napoli contro il Liverpool, finalista di Champions nella scorsa stagione e vincitore, a inizio di questa, della Community Shields ai danni del Manchester City di Guardiola e Haaland. Questa Inter, ora priva di Romelu Lukaku, è una squadra piatta, senza cambio di passo, con una difesa divenuta tristemente perforabile nonostante l'indubbia bravura dei singoli che compongono il pacchetto arretrato. L'Inter poi non corre, o quanto meno, sembra correre male.

Al centro del problema, come sempre avviene in questi casi, c'è l'allenatore. Simone Inzaghi è un ottimo giovane tecnico, pienamente dentro la causa nerazzurra e ha contribuito ad arricchirne la bacheca con la conquista della Supercoppa e della Coppa Italia. Chiederne l'esonero, da parte soprattutto dei frequentatori dei social, è un atto che servirebbe a cadere definitivamente nel baratro. No, da questa situazione, visto che non siamo nemmeno a metà settembre, si deve uscire tutti insieme, perché tutti hanno la loro porzione di responsabilità. Società e proprietà comprese.

La Beneamata ha un patrimonio che non va assolutamemte disperso, quello rappresentato dai suoi splendidi tifosi che da anni riempiono il Meazza in nome di un amore verso i colori che ha pochi eguali. Ecco perché l'Inter, ma l'Inter tutta, deve tornare al più presto ad essere Squadra. In campo, come negli uffici della sede che contano. Il famoso “Noi che deve prevalere sull'Io” deve tornare a dettare legge in un ambiente da sempre facilmente attaccabile da chi si diverte a farlo. Ma guai a girarsi dall'altra parte per evitare di vedere, affrontare e infine, risolvere i problemi. Quelli tattici e tecnici li deve risolvere il mister, ha la capacità per farlo e il tempo certo non manca. I giocatori devono tornare a fare gruppo in campo, aiutando il compagno eventualmente in difficoltà, senza lasciarsi andare a reazioni antipatiche e malumori per un passaggio sbagliato. Sono convinto che se il cervello tornerà a ragionare su certi canoni, anche le gambe torneranno a girare al meglio per cercare di essere i primi a conquistare la palla, senza farsi travolgere dal cosiddetto black-out che ad esempio Simone Inzaghi ha avvertito nel derby perso dopo essere passati brillantemente in vantaggio.

Questa sera arriva al Meazza una squadra paragonabile ad una visita dal dentista. Il Toro di Ivan Juric, che salvo sorprese, ancora non sarà in panchina a causa della polmonite che lo ha colpito, arriva a Milano con un punto in più dei nerazzurri in virtù di tre vittorie, due pareggi e una sola sconfitta, peraltro non meritata, in casa dell'Atalanta. I granata, per corsa e intensità di gioco, hanno le caratteristiche giuste per fare male ad un'Inter che proseguisse a scendere in campo senza la gioia di farlo. Ci auguriamo che il vertice tra società, squadra e allenatore tenutosi giovedì alla Pinetina, abbia prodotto gli effetti sperati per far scoccare finalmente la scintilla.

Le scelte del mister saranno importanti. Dopo in buon esordio di Onana contro il Bayern, in porta torna Handanovic, in difesa De Vrij e a centrocampo Nicolò Barella, elemento imprescindibile per un'Inter che ha ambizioni di vittoria finale. Scelte giuste? Criticabili? Tutto è lecito, se motivato in buona fede. La palla passa quindi al campo, anche oggi saranno in più di sessantamila nel Tempio. Imperativo: vincere. Poi, inizierà la vera stagione dell'Inter.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 10 settembre 2022 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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