La prima parte della stagione si è conclusa. È tempo quindi per tracciare una riga e fare un consuntivo definitivo di quel che è stato. Con la lungimiranza di capire quel che potrebbe essere e magari pure quel che sarebbe potuto essere. Sinceramente l’Inter ha fatto il suo. Non è stata una cavalcata eccezionale, ma nemmeno, come tanti sostengono, si è assistito a mesi di soli dolori.

L’inizio è stato pessimo, tanto che quei risultati di un settembre maledetto, si ripercuotono ancora sulla classifica. Si sono invece chiuse bene, con sei vittorie in sette partite, le ultime settimane antecedenti al Mondiale. Certo, al tifoso interista resta sul gruppone la sconfitta contro la Juventus. Con i bianconeri, rivali storici dei nerazzurri, che si sono imposti quando in pochi se lo aspettavano. Però l’incazzatura di quel ko (secondo me meritato, anche se il primo tempo poteva tranquillamente finire 3-0 per i ragazzi di Inzaghi, da qui l’importanza di ammazzare da subito le partite) non deve comunque oscurare un lavoro che man mano è andato in crescendo.

Non dobbiamo poi dimenticare la qualificazione in Champions League, da sfavoriti. L’Inter ha vinto le finali col Barcellona (nonostante il ritorno sia finito 3-3) trovando un passaggio del turno meritato e da pochi, forse nessuno, pronosticato ad agosto.

Il mio voto per la Beneamata è quindi di sufficienza piena. Se da un lato il distacco dal primo posto è esagerato, non si deve dimenticare nemmeno quanto fatto in ambito europeo. 

I dati sono lì, sotto gli occhi di tutti. Il Napoli, a cui darei un 10, ha dominato tutte le competizioni e merita solo complimenti. Per il resto, nessun’altra rivale ha davvero entusiasmato, anzi. La Juventus ha disputato una Champions League pessima. Il Milan, da campione d’Italia e dopo aver speso ingenti somme nel mercato estivo (come è giusto che sia) ha fatto il compitino. Dalla loro i rossoneri hanno il plus di un Derby vinto comunque con merito, ma pure più di un errore arbitrale a proprio favore in Serie A che hanno portato punti e mascherato qualche problemino. La Lazio è retrocessa in Conference League (e dovrà cercare di vincere la competizione). La Roma senza Dybala mostra limiti di gioco evidenti. Tutti devono lavorare e tanto insomma.

Un detto dice che: “Nel mondo dei ciechi, l’orbo è il re”. Accontentarsi sarebbe sbagliato, pure cercare alibi negli altri o nelle assenze. Si deve sempre guardare in casa propria e fare autocritica. Vale per l’Inter, come tutti. Ecco perché sarebbe bello se dopo i pianti e i piagnistei altrui, qualcuno tornasse sui suoi passi. 

Non accadrà mai, pazienza.

Sezione: Editoriale / Data: Ven 18 novembre 2022 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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