Uno degli ultimi argomenti di discussione sull’Inter riguarda Robin Gosens e, più genericamente, quella fascia sinistra che nella stagione al via tra meno di due settimane sarà orfana di un top player del ruolo come Ivan Perisic. L’assenza di Ivan il Terribile, che per l’ultimo grosso contratto della sua carriera ha deciso di non rinnovare il contratto in scadenza con il club nerazzurro e di riabbracciare Antonio Conte al Tottenham, è innegabile che si farà sentire. E non può essere altrimenti, visto che di esterni a tutta fascia dotati di quel modo di interpretare il ruolo da quinto di centrocampo ed in possesso della tecnica, dell’intelligenza tattica e dello strapotere atletico del croato, in giro, ce ne son ben pochi. Se non nessuno.

Il mix tra il dato anagrafico e le esigenze economiche ha però obbligato i dirigenti di Viale della Liberazione a non spingersi oltre certe cifre per un rinnovo che sarebbe stato oro, specie dopo la mossa di mercato che ha permesso all’Inter di coprirsi in anticipo in quella zona di campo con l’investimento su Gosens. Che no, non è diventato improvvisamente un ‘brocco’, un ‘bidone’ o un ‘flop’, come troppo frettolosamente etichettato da chi pare aver dimenticato con troppa facilità le stagioni ad alto livello del tedesco con la maglia dell’Atalanta. Robin ha sempre recitato un ruolo da protagonista in Serie A (e quindi in un campionato che conosce alla perfezione), risultando tra gli esterni più letali d’Italia e d’Europa.

Per lui parlano anche i numeri: da quando è arrivato in Italia (era il 2017/18), il nativo di Emmerich am Rhein conta 25 reti e 19 assist in 128 presenze in campionato e un gol (il primo da interista, quello nel derby contro il Milan) e tre passaggi vincenti in Coppa Italia. La miglior annata personale è quella del 2020/21 (11 gol e 6 assist in 32 presenze). Nel palcoscenico della Champions League conta invece 3 reti complessive in 17 apparizioni. In più è giusto ricordare anche il dettaglio tattico: negli anni trascorsi a Bergamo sotto l’ala di Gian Piero Gasperini, Robin ha più volte dimostrato di essere devastante come esterno a tutta fascia nel 3-5-2, stesso modulo che Simone Inzaghi ha sposato alla Lazio e riproposto in chiave moderna sulla panchina del Biscione.

Tutto questo per invitare i critici a non inciampare in giudizi affrettati ed a non farsi ingannare dal basso minutaggio della prima stagione all’Inter, diretta conseguenza del grave infortunio accusato qualche mese prima, del cambio di maglia avvenuto a gennaio (e quindi a stagione in corso) dopo un lungo periodo di stop e dello stato di forma monstre del già citato Ivan che gli ha inevitabilmente limitato lo spazio in campo. Perisic mancherà, il rodato asse con Bastoni idem. Però no, Gosens non è un flop

Sezione: Editoriale / Data: Mer 03 agosto 2022 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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