Finalmente il calciomercato si è chiuso. Scrivo finalmente perché, pur amando tantissimo questo mestiere, è un periodo piuttosto complicato. Sicuramente stressante e particolare, spesso e volentieri divertente, ma pure totalizzante. Sai quando inizi, forse, ma mai quando finisci. Attenzione: ho voluto la bicicletta, quindi pedalo più che volentieri. E sono consapevole che chi lavora in fabbrica si stanca sicuramente molto più di noi, ma vi assicuro però che pure l’impegno mentale e psicologico, oltre a quello prettamente fisico, richiede il dispendio di non poche energie.

Una delle parti che meno apprezzo di questo periodo, anzi, che proprio non mi piace, è smentire le notizie dei colleghi. Ma tant’è, a volte, un po’ troppo spesso a dire il vero, si è costretti a farlo. Tanto per mettere i puntini sulle i, Jordi Alba non ha mai rifiutato l’Inter, semplicemente perché i nerazzurri non potevano nemmeno permettersi il suo ingaggio. Discorso simile per Dest, che non può avere preferito il Milan alla Beneamata semplicemente perché cercare un laterale destro quando in rosa hai Dumfries, Bellanova e Darmian non avrebbe avuto senso. Ma soprattutto: Milan Skriniar non è un nuovo giocatore del PSG.

Lo slovacco è rimasto a Milano e presto la il club di Viale della Liberazione proverà a blindarlo. Ovviamente ad esultare per la permanenza del centrale sono stati i tifosi dell’Inter, mentre ad inveire maggiormente non sono stati i sostenitori del PSG, ma quelli delle rivali italiane della Beneamata: particolare che significa moltissimo. Per usare i termini del volgo: “Fegati spappolati, rosicate e bruciori di stomaco garantiti”. Il ragazzo è una colonna della squadra e dell’interismo. E in un calcio dove le bandiere non esistono più, può tranquillamente essere l’eccezione che conferma la regola. Certo, qualora fossero arrivati 80 (ma forse pure 70 milioni) Skriniar sarebbe stato “accompagnato alla porta”, zero dubbi su questo, ma con i se e con i ma non si va da nessuna parte.

Dei titolari, rispetto allo scorso anno, all’Inter si è “perso” solo Perisic. Gosens dovrà presto tornare quello dell’Atalanta, io non avrei mai e poi mai lasciato andare il croato, ossia il miglior calciatore della scorsa stagione, ma l’errore è stato proporgli un ingaggio top a fine maggio e non a febbraio. Per il resto comunque sono arrivati ottimi innesti. Lukaku è il figliol prodigo che può nuovamente spostare le sorti del campionato. Asllani è fortissimo, un giovane che ha davanti a sé una promettente carriera. Bellanova può essere una freccia interessante. Onana tra i pali una scommessa da vincere, Mkhitaryan un innesto intelligente (se sta bene a livello fisico), mentre sinceramente l’approdo di Acerbi non mi convince più di tanto. Se il senso di appartenenza di Skriniar è il plus dell’ex Sampdoria, il passato rossonero del difensore non mi tange, ma oggettivamente mi sembra un calciatore piuttosto in calo. Spero per Inzaghi, che lo ha voluto fortemente, di sbagliare. E quindi di chiedere scusa a lui e a Francesco tra qualche mese.

Resta comunque un po’ d’amaro in bocca – e qui torniamo ai desiderata degli scorsi mesi - per quello che poteva essere e non è stato, vedi Dybala e Bremer, ma anche la preoccupazione per quello che sarà. Grazie alle cessioni di Pinamonti e Casadei, oltre a liberarsi di qualche esubero, si è probabilmente a metà di quel +60 di attivo di ottenere entro il 30 giugno del 2023. Ma se ogni estate si ha il timore di perdere i propri pezzi pregiati, significa che l’eventuale crescita di tutto il movimento interista può essere messa in pericolo. Vedremo comunque, è inutile fasciarsi la testa oggi. Ora si deve pensare al campo.

Domani c’è un derby tanto importante, quanto complicato. Sicuramente non sarà mai decisivo (dato che arriva alla quinta di A), ma può caricare - e tanto - tutto l’ambiente.

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Sezione: Editoriale / Data: Ven 02 settembre 2022 alle 00:00
Autore: Simone Togna / Twitter: @SimoneTogna
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