Dove ci eravamo, o meglio si erano lasciati. Torniamo indietro al 20 maggio 2021, San Siro esaurito... con mille spettatori: l'Inter surclassava l'Udinese per 5-1, in gol (pensate un po') Lautaro al 55' su rigore guadagnato da Hakimi, Lukaku al 71' con una personalissima rivisitazione della mossa del centravanti che deve farsi trovare nel posto giusto al momento giusto, a sigillo della cinquina e del campionato. Per la seconda volta nella sua storia, il club nerazzurro superava quota 90 punti in una singola stagione di A (91 con Conte alla guida, 97 con Mancini nel 2006-2007) e con il 19esimo scudetto già ipotecato con 4 giornate d'anticipo poteva finalmente dare il via ai festeggiamenti insieme alla marea di tifosi assiepati sotto le torri del Meazza. Nessuno striscione di scherno per i cugini, che vincendo a Bergamo 0-2 con la doppietta di rigore dell'ex Presidente Kessié celebravano il secondo posto con un grado di euforia impossibile da smorzare, inoltre la Coppa Italia era finita in mano alla Juve e il Milan aveva chiuso già la sua stagione senza alcun trofeo vinto da poter ricollocare.

La LuLa totalizzava 49 gol in toto tra le varie competizioni: 30 Big Rom, di cui 24 in campionato, 19 per Lauti, di cui 17 in A. Dopo un'annata 2021-2022 agli antipodi sul piano delle prestazioni individuali, con l'epic fail di Lukaku nella sua seconda tappa fortemente voluta al Chelsea e il record di 25 centri in una singola stagione per Lautaro, si riparte da quelle esultanze e da quegli abbracci ad onorare un'intesa che si fonda innanzitutto su ciò che in campo sanno fare meglio: trascinare l'Inter a suon di gol. Il test andato in scena ad Appiano contro la FC Milanese, formazione neopromossa in Eccellenza e dalla difesa meno insormontabile rispetto a quella del Liverpool, ha fornito le prime indicazioni a Inzaghi e un assaggio di ciò che il mister e i tifosi si augurano di poter continuare ad ammirare nei prossimi mesi, incluso un Asllani già in versione Epic come il suo maestro, vedasi azione palleggiata e destro a trafiggere lo sfortunato portiere avversario. Nel 10-0, anche il primo timbro di Big Rom e la doppia firma (più una traversa) di Lauti: non c'è dubbio che la nuova Inter sia partita nel segno del Diez, come dimostra la risposta social di una settimana fa del Toro sotto a un post del club nerazzurro prima del ritiro: "Manca poco, un altro anno insieme. Forza Inter!". Insomma, la paura delle difese avversarie fa 90 come il nuovo numero del centravanti belga, ma attenzione quando si tratta di Inter a sottovalutare i grandi exploit della classe argentina.

Del Paese delle Pampas e nazionale albiceleste è anche Correa, pupillo di Inzaghi e oggi chiamato, dopo una stagione in chiaroscuro con l'alibi dei problemi fisici, a far valere i 30 milioni investiti per lui la scorsa estate. Il Tucu, nel test contro la Milanese, si è mosso da trequartista alle spalle della LuLa, aprendo subito le marcature su assist di Lukaku e dando prova di riuscire a destreggiarsi anche da rifinitore dietro le due punte. Il 3-4-1-2 provato sabato ad Appiano può essere dunque l'alternativa al collaudatissimo e arioso 3-5-2, nonché la soluzione per sfruttare elementi capaci di dialogare e costruire pericoli attraverso le combinazioni per vie centrali, ma ci porta anche a una seconda interpretazione. Non è che Inzaghi ha già dato il via agli esperimenti per il tridente perché si aspetta un'altra Joya?

Sezione: Editoriale / Data: Lun 11 luglio 2022 alle 00:01
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DanieleAlfieri7
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