Si chiama Mundial de Clubes, per gli amici Mondiale per Club extra-large, il torneo che tra giugno e luglio 2025 dovrebbe - il condizionale è d’obbligo - eleggere negli Stati Uniti d'America il club di calcio più forte del pianeta tra i 32 provenienti da tutte le sei confederazioni (AFC, CAF, Concacaf, CONMEBOL, OFC e UEFA). Il progetto promosso da Gianni Infantino è una specie di antipasto della Coppa del Mondo per Nazionali che, nei piani del presidente della FIFA, andrà in scena l’estate successiva, toccando anche il suolo a stelle e strisce oltre che quello canadese e messicano. Praticamente due stagioni in una che partiranno dalla Superchampions 2024-25, per finire proprio con i Mondiali del 2026, che per la prima volta nella storia conteranno 48 partecipanti. Nuovi format che aggiungono anziché togliere partite a un calendario già massacrante per i giocatori, attori principali di questo mondo, che attraverso il loro sindacato internazionale hanno alzato la voce nelle scorse settimane, minacciando battaglie legali contro il massimo organo di governo del calcio. Fifpro, con World Leagues, hanno inviato una lettera congiunta a Zurigo sostenendo che il calendario delle partite è sopra il livello di saturazione e sta provocando ‘danni economici’ alle leghe domestiche oltre a porre un ‘rischio significativo di infortuni’.

Accuse prontamente respinte al mittente dalla FIFA che ha fatto sapere, tramite l'agenzia Reuters, che non prenderà in considerazione di riprogrammare il torneo perché non sono mai state 'prese decisioni unilaterali a vantaggio della competizione'. Posizione ribadita urbi et orbi da Gianni Infantino, nel suo discorso durante il 74esimo Congresso FIFA, a Bangkok, di venerdì 17 maggio: "La FIFA organizza circa l'1% delle partite dei migliori club del mondo, tutte le altre partite, il 98,99%, sono organizzate dai diversi campionati, federazioni, confederazioni, da tutti voi - e questo è un bene - le sue parole -. Ma ecco il punto: l'1 o il 2% delle partite organizzate dalla Fifa finanzia il calcio in tutto il mondo. I ricavi che generiamo non vanno solo a pochi club in un Paese, i ricavi che generiamo vanno in 211 Paesi in tutto il mondo. Non esiste nessun'altra organizzazione che fa altrettanto. Spero, quindi, che queste cifre, che ovviamente potete verificare e calcolare, interrompano questo dibattito futile, che è davvero inutile, e si concentrino su ciò che dobbiamo fare, quale è la nostra missione, che è organizzare eventi e competizioni e sviluppare il calcio in tutto il mondo, perché il 70% di voi, le federazioni membri della FIFA, non avrebbero il calcio senza le risorse provenienti direttamente dalla FIFA".

Il dibattito futile e inutile è diventato un caso diplomatico lo scorso lunedì mattina, all’atto della pubblicazione sull’edizione de Il Giornale delle dichiarazioni di Carlo Ancelotti, appena eletto re d’Europa alla guida del Real Madrid: "La Fifa se lo scorda. Calciatori e club non parteciperanno a quel torneo. Una partita sola del Real Madrid vale 20 milioni e la Fifa vuole darci quella cifra per tutta la coppa. Negativo. Come noi altri club rifiuteranno l'invito". Apriti cielo! Se l’allenatore del club più potente del mondo, guidato da quel Florentino Perez, già promotore della fu Super League, parla così del Mundial de Clubes, significa che il progetto è naufragato ancor prima di vedere la luce. Per qualche ora, più di qualche tifoso in giro per il mondo ha fatto queste riflessione senza potersi dare una risposta certa. Ai più è parsa come l’inizio della guerra dei mondi, anche se la dichiarazione ostile è arrivata dall’hombre tranquilo per eccellenza: dopo aver fatto tremare la UEFA e Aleksander Ceferin, l’obiettivo dei blancos sembrava ancora più ambizioso con il mirino puntato verso gli uffici della FIFA. Sembrava, appunto, perché verso le 15 il club spagnolo ha pubblicato un comunicato ufficiale riparatore: "Il Real Madrid C.F. comunica che in nessun momento è stata messa in discussione la sua partecipazione al nuovo Mondiale per Club che sarà organizzato dalla Fifa nella prossima stagione 2024-25. Il nostro club gareggerà quindi, come previsto, in questa competizione ufficiale che affrontiamo con orgoglio e con il massimo entusiasmo per far sognare ancora con un nuovo titolo i nostri milioni di tifosi in tutto il mondo".

Una nota a cui è seguita la precisazione dello stesso tecnico emiliano: "Nell'intervista a Il Giornale le mie parole sul Mondiale per Club FIFA non sono state interpretate come volevo. Niente potrebbe essere più lontano dal mio interesse che rifiutare la possibilità di giocare in un torneo che considero potrebbe essere una grande opportunità per continuare a lottare per grandi titoli con il Real Madrid". 

"Ci vediamo negli Stati Uniti per il nuovo Mondiale per Club. Mi rallegra enormemente vedere come il Real ha confermato con entusiasmo di voler partecipare al nuovo torneo negli Stati Uniti", ha commentato su Instagram Infantino. Quasi come a prendersi una seconda vittoria personale. Non solo il Real ha accettato, ma ha fatto pure la migliore pubblicità possibile al Mundial de Clubes.

Dietro a quello che è successo in pubblico, però, non si può non pensare male rileggendo le parole di Ancelotti che, per la cronaca, sono riportate ancora pari pari sul sito del quotidiano, senza alcun tipo di rettifica (leggi qui). Ha parlato a titolo personale? O in veste di rappresentante della società? La smentita non fa altro che generare domande su domande, ma una più di tutte merita risposta: nell'interesse di chi è stato organizzato il Mundial de Clubes?

Sezione: Editoriale / Data: Gio 13 giugno 2024 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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