La buona notizia è che durerà solo 35 giorni. Il calciomercato edizione 2020 è ufficialmente iniziato il primo settembre per terminare il 5 ottobre. Trentacinque giorni per ridisegnare le squadre, smaltire gli sgoccioli di una stagione appena conclusa e iniziare in fretta la preparazione in vista della prossima. Tutto questo porta, ragionevolmente, a pensare che difficilmente ci potranno essere grandi rivoluzioni.
Se guardiamo la Serie A, la Juventus sarà quella che modificherà maggiormente, e non senza incognite, la propria fisionomia partendo dall'allenatore, passando per il centrocampo affidato ad Arthur e non più a Pjanic e finendo con un nuovo numero 9 da affiancare a Ronaldo. Lazio e Atalanta saranno probabilmente le stesse squadre ammirate negli ultimi anni, non dovrebbero essere stravolti il Napoli di Gattuso e la Roma di Fonseca mentre il Milan che ha deciso di confermare l'asset Pioli-Ibra avrà un look nuovo principalmente nella cabina di regia affidata a Tonali.
Poi c'è l'Inter, l'Inter del confermato Antonio Conte, che sembra avere una strategia chiara, anche se, a mercato di fatto appena iniziato il condizionale è d'obbligo. Una strategia basata, appunto, sulla volontà di evitare stravolgimenti ma che consenta invece di puntare su giocatori d'esperienza, abituati a vincere e ad adattarsi in fretta. Perché quel secondo posto in campionato e quella finale di Europa League hanno rappresentato sì passi in avanti rispetto ai desolanti piazzamenti delle annate precedenti, ma per Conte bruciano come sconfitte qualsiasi. Il prossimo step si chiama successo, almeno nelle intenzioni, ovvio. Non c'è troppo spazio per rifondazioni e sperimentazioni. Conte voleva vincere già al suo primo anno in nerazzurro, non ci è riuscito e non ha fatto nulla per nascondere il suo disappunto. Ha preteso chiarezza e, verrebbe da pensare, un cambio di rotta rispetto al mercato che si era inizialmente pensato: addio Tonali, occhi su Kanté.
Preso Hakimi, quasi preso Kolarov, confermato Sanchez, l'obiettivo del mercato nerazzurro è soprattutto rafforzare, dare al tecnico una ventina di possibili titolari. E se la difesa non ha bisogno di grandi manovre, è a centrocampo che si gioca la partita per colmare il famoso gap con la Juve: Conte, non è un mistero, vuole Kanté e Vidal per rafforzare la mediana sia in caso di classico 3-5-2 sia in caso di 3-4-1-2 per far spazio ad Eriksen sulla trequarti. E per avere quelle soluzioni che permettano alla squadra di segnare e vincere anche nei giorni in cui Lukaku e Lautaro non fanno faville.
L'eventuale arrivo del francese del Chelsea e del cileno del Barcellona, non significa per forza addio a Brozovic, che tramite i social ha mandato messaggi d'amore all'Inter e ai suoi tifosi. L'obiettivo, si diceva, è rafforzare e avere più opzioni di alto livello e il vero top player sarà riavere quel Sensi abile e arruolabile che di fatto ha chiuso il 6 ottobre la sua prima esperienza nerazzurra ma che all'inizio della scorsa stagione ha fatto tutta la differenza del mondo. E poi c'è un Eriksen a cui trovare spazio e modo di incidere è un dovere.
Conte sta facendo ora quello che ha già fatto a gennaio con Young e Moses: pretendere uomini di sicuro affidamento, pronti per la battaglia e che non abbiano bisogno di troppo tempo per digerire il suo calcio. Uomini che conosce e che lo conoscono. Perché se la Serie A, per la prima volta dopo molti anni, offre uno spiraglio nuovo ecco che allora l'Inter vuole buttarsi a capofitto in questa possibilità. Con una Juve alle prese con tanti cambiamenti, magari vincenti ma è tutto da dimostrare, l'allenatore dell'Inter sente il profumo di un vento nuovo. E mette sul tavolo la sua ricetta (giusta o no, come sempre, lo dirà il campo) per battere il ferro finché è caldo appoggiandosi in parte a un gruppo che ha dato risposte e garanzie e in parte a quegli innesti che chiede e che, secondo lui, possono contribuire a far fare a tutti quel maledetto, ultimo gradino.
Autore: Giulia Bassi / Twitter: @giulay85
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