Spente le luci del Mondiale, dopo una finale epica di bellezza calcistica purissima, in Italia i riflettori si sono accesi immediatamente sul calciomercato. Troppo distante l'inizio della seconda parte della stagione per parlare di tattica, probabili formazioni e corsa scudetto. Messa nel cassetto dei ricordi l'istantanea di Lionel Messi che solleva la Coppa del Mondo con addosso il bisht, materiale prezioso per chi si occupa di geopolitica, non sorprende che il pallone, strappato dai club dalle mani prepotenti del presidente FIFA Gianni Infantino, riprenderà a rotolare seguendo le leggi del Dio denaro. Le stesse che governano anche il calciomercato, il macrotema su cui Piero Ausilio è stato bersagliato di domande dai cronisti il giorno dopo Argentina-Francia, a margine della serata in cui ha ritirato il 'Premio Maestrelli come migliore ds. Dall'esperto dirigente, che negli scorsi giorni è pure salito in cattedra a Coverciano per raccontare il suo percorso professionale, sono arrivate risposte telefonate, ovviamente studiate a tavolino prima della serata, sulle strategie del club nerazzurro. In ordine sparso: c'è sempre ottimismo per il rinnovo di Skriniar, Gosens resta, gli 'acquisti' saranno i recuperi di Lukaku, Brozovic e Correa. Nei discorsi del direttore sportivo hanno trovato spazio anche gli altri giocatori in scadenza, messi in secondo piano dalla situazione spinosa legata al prolungamento dello slovacco: Dzeko, Handanovic, D'Ambrosio e Darmian sono i nomi citati esplicitamente da Ausilio, il quale – come tutta la dirigenza – dovrà far tornare i conti a livello di monte ingaggi per costruire una rosa competitiva su più fronti anche in vista della prossima stagione. Interventi di 'riparazione' alla rosa non sono previsti nel breve periodo, anzi: l'obiettivo è consolidare il materiale a disposizione di Inzaghi, sapendo che entro il 30 giugno un big dovrà essere 'sacrificato' per realizzare il famoso attivo di mercato. Si parla da tempo di Denzel Dumfries, per il quale potrebbe essere imbastita con il Chelsea un’operazione in stile Udogie tra l’Udinese e il Tottenham: il giocatore, in pratica, verrebbe acquistato dai Blues a gennaio e parcheggiato in prestito a Milano fino a giugno. Si perlustrano anche queste opzioni in Viale della Liberazione, dove le strategie possono cambiare da un momento all'altro. Per Skriniar, ad esempio, sembrava tutto apparecchiato per un matrimonio a lungo termine, invece la sua risposta all'offerta da 6 milioni di euro a stagione tarda ad arrivare. L'ottimismo professato dai dirigenti deve fare i conti con il tempo che inesorabilmente galoppa verso lo status di free agent dello slovacco. Lì tornerebbe in gioco il Paris Saint-Germain, al quale Steven Zhang aveva sbattuto la porta in faccia la scorsa estate rifiutando 65 milioni di euro. Un bel rischio mettersi contro Nasser Al-Khelaifi, visto che la velata minaccia dei parigini di prenderlo a zero di cui parlava Beppe Marotta a fine agosto potrebbe trasformarsi in beffa. Sarebbe una doppia sconfitta per l'Inter, sul piano sportivo ed economico, il più brutto segnale verso la tifoseria dai tempi delle cessioni di Achraf Hakimi (c'entra sempre PSG) e Romelu Lukaku (Chelsea), venduti almeno al loro prezzo di mercato. Una tifoseria che da tempo chiede chiarezza e che non può certo dirsi rassicurata di fronte alla battuta del presidente alla festa natalizia: "Mi raccomando: una volta usciti, lasciate 5 euro all'ingresso. Li useremo per darli a Piero per il mercato invernale", ha detto scherzando Zhang agli invitati. Una boutade, certo, ma molto presto l'argomento sul futuro societario dell'Inter diventerà serio e a quel punto Zhang dovrà trovare soluzioni più creative di una colletta per rendere competitivo il club per il quale ha detto di volersi impegnare a lungo termine garantendogli un avvenire all'altezza della sua storia. Nel frattempo: lasciate cinque euro, voi che uscite. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 22 dicembre 2022 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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