Ancora un trofeo in palio, ancora la Juventus tra l’Inter e una coppa. A distanza di mesi, la storia si ripete: era il 12 gennaio quando Alexis Sanchez affondava la Vecchia Signora all’ultimo secondo dei tempi supplementari con la zampata killer che permetteva a Simone Inzaghi di alzare al cielo la Supercoppa Italiana, primo vero successo della sua avventura sulla panchina nerazzurra. Questa sera lo scenario sarà quello dello stadio Olimpico di Roma, le avversarie saranno le stesse di inizio 2022 ma in ballo c’è una Coppa Italia dall’importanza…. Capitale. E non solo perché i riflettori illumineranno il prato sportivo più affascinante della Città Eterna.

Per la Juventus di Massimiliano Allegri il match di questa sera racchiuderà una buona parte del giudizio dell’opinione pubblica su una stagione che finora non è complicato definire ‘fallimentare’. I bianconeri, guidati dal tecnico più pagato del campionato - ma non per questo obbligato a vincere al primo anno della nuova Era juventina (però non ditelo ad Antonio Conte...) - e reduci da pesanti investimenti nel mercato di gennaio (Denis Zakaria e soprattuto Mr. 81,60 milioni di euro, meglio noto come Dusan Vlahovic), finora hanno potuto festeggiare solo la conferma di un nuovo posto in Champions League. Il quarto posto è blindato, il terzo è lontano 4 punti e lo Scudetto è rimasto irraggiungibile da (quasi) sempre, mentre l’Europa che conta è andata a farsi benedire nella rumorosa disfatta contro il Villarreal agli ottavi di finale. Ovvio che per la Juventus la partita dell’anno sia diventata indirettamente quella di questa sera, l’unica che può dare una soddisfazione e un trofeo alla prima stagione dell’Allegri-bis. Altrimenti sarà flop. E non parliamo dell’ultimo disco di Salmo.

Chi sogna il bis contro la grande rivale è invece l’Inter, che dopo la conquista della Supercoppa e l’uscita dalla Champions agli ottavi contro la finalista Liverpool (che tra l’altro se la vedrà con il Real Madrid, avversario del Biscione nella fase a gironi) è ancora in corsa per lo Scudetto fino a che la matematica non la condanna. E se per il sogno seconda stella la strada si fa sempre più in salita - con i discorsi rinviati in attesa di tutti gli incastri possibili ed immaginabili nella rincorsa alla capolista Milan -, questa sera Handanovic e soci possono comunque riporre in bacheca il secondo trofeo della loro annata. Per la cronaca, ricordiamo che ad inizio anno (con le famose cessioni di Lukaku e Hakimi unite agli addii di Eriksen e Conte) nessuno parlava di Inter da Scudetto. Così come del Milan, di cui va sottolineato il grande lavoro. Anzi, per i nerazzurri si parlava di quarto posto come obiettivo principale. E per tanti era perfino a rischio. Tanto per rinfrescare la memoria, la grande favorita di inizio anno era proprio la Juventus, che con Allegri “riparte in pole” (cit. di alcune prime pagine) e che con l’arrivo di Vlahovic sarebbe addirittura potuta essere da Champions.

Poi c’è il racconto del campo, che nonostante gli scivoloni dilatati nel tempo (vedi i famosi 7 punti in 7 partite) e quelli più recenti (vedi Radu a Bologna) lascia comunque in eredità il grande lavoro di Inzaghi, che al primo anno sulla panchina di una big - e con una squadra ridimensionata - è riuscito comunque a conquistare una Supercoppa, a centrare gli ottavi di Champions, a restare in lotta per il campionato fino all’ultimo e a giocarsi una finale di Coppa Italia.

Adesso è arrivato il tempo di tirare le somme. Nella chiusura della stagione dell’Inter ci sono quattro scenari: due portano alla vittoria di almeno un altro titolo (Scudetto o coppa nazionale), uno all’orgasmo - per quanto complicato - del doppio guizzo Coppa Italia-Scudetto, mentre l’ultima opzione conduce al tragico doppio ko con Juve e Milan e la sola Supercoppa da riporre nella Trophy Room dell'Inter HQ. Ecco perché questo Derby di (Coppa Italia) assume un’importanza Capitale. Sia per l’Inter che per la Juventus.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 11 maggio 2022 alle 00:00
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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