La stagione dell'Inter è ufficialmente ripartita da poco più di una settimana e già viene voglia di rimpiangere la sosta forzata dei Mondiali. Come se non bastasse bisogna fare i conti con il mese di gennaio che, al pari di dicembre, rappresenta da anni un vero e proprio incubo per ogni tifoso interista. Non bisogna però cadere nella trappola, c'è chi infatti è stato già risucchiato nel vortice di quell'autolesionismo isterico che può rappresentare un ostacolo davvero insuperabile nel proseguo della stagione.

Partiamo dal campo. L'Inter, dopo aver battuto il Napoli nel big match di San Siro, prima è inciampata sul campo del Monza nel recupero, poi ha liquidato la pratica Parma in Coppa Italia solo ai tempi supplementari. Due passi indietro rispetto alla sontuosa prestazione contro la capolista della Serie A, imbattuta fino al 4 gennaio in tutte le competizioni, che hanno fatto storcere il naso a molti. Premessa doverosa: l'Inter non ha giocato da Inter nelle ultime due uscite, questo è evidente a tutti. Così come è evidente il fatto che senza l'errore gigantesco di Sacchi staremmo qui a parlare di altro. Considerazione doverosa: le rivali dirette dei nerazzurri come hanno giocato dopo essere ripartiti? Partiamo dal Napoli primo in classifica, battuto dall'Inter e vittorioso con fatica sul campo della Sampdoria in superiorità numerica per oltre 45 minuti. Fin qui il calcio spumeggiante a cui ci aveva abituato la squadra di Spalletti si è visto ben poco. Poi c'è la Juventus, vittoriosa per due volte di fila a gennaio di "corto muso" contro Cremonese (trasferta) e Udinese (casa). Il problema in Italia resta sempre lo stesso: si guarda il tabellino e il risultato finale, senza basarsi su quello che si vede in campo. I risultati sono dalla parte di Allegri, la fortuna anche. La ruota però è destinata a girare. Poi c'è il Milan: una vittoria contro la Salernitana (1-2), un pareggio contro la Roma (da 2-0 a 2-2) e un'eliminazione in Coppa Italia contro il Torino agli ottavi di Coppa Italia. Un percorso fin qui sicuramente da bocciare rispetto a quello nerazzurro, ma guai a toccare il mito del "Pioli's on fire".

Passiamo al trattamento mediatico. L'autolesionismo isterico del tifoso interista non fa altro che complicare le cose, anche perché bisogna fare i conti con gli attacchi che, puntualmente, arrivano dall'esterno. L'errore di Sacchi ha avuto un impatto così forte a livello mediatico come quello di Serra in Milan-Spezia? Avete per caso sentito o ascoltato un'intervista dell'arbitro di Monza-Inter? O Inzaghi chiedere in conferenza stampa, senza giri di parole, di rimediare all'errore grossolano come fatto da Pioli? L'Inter avrebbe vinto tre partite su tre, ne ha vinte due e pareggiata una, seppur con fatica e non esprimendo chissà quale gioco scintillante. Esistono però anche le vittorie sporche, quelle che decidono una stagione. Il tutto dimenticando che la squadra è stata ferma per un mese e mezzo, che ripartire non è facile per nessuno e tutti i problemi legati all'infermeria che stanno segnando in maniera importante la ripresa della stagione, con alcuni giocatori "spremuti" a causa delle defezioni e altri, soprattutto i reduci dei Mondiali, ancora a caccia della giusta forma fisica. Come se non bastasse infiliamoci anche i primi gol in Serie A di Ciurria, la deviazione fatale di Dumfries al 90esimo e l'eurogol di Juric entrato nel primo tempo al posto dell'infortunato Man.

Passiamo al mercato. Il caso Skriniar ha ovviamente "sfinito" tutti, in primis la dirigenza nerazzurra che per il giocatore ha fatto tutto quello che poteva, presentando l'offerta massima prevista dal bilancio. Se la trattativa non andrà in porto lo deciderà Skriniar, se andrà via lo farà per soldi. Ciò che resta e resterà sempre è l'Inter. Difendiamola, non attacchiamola sempre. Amiamola. Almeno noi. Ci aspettano ancora sei mesi di fuoc e saremo impegnati su quattro fronti. Non sprechiamo energie per autodistruggerci, bensì mettete armatura ed elmetto e siate sempre pronti a scendere in guerra al fianco dell'Inter. 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 14 gennaio 2023 alle 00:00
Autore: Raffaele Caruso
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