Diffidate da chi sostiene di aver capito qualcosa sul nuovo corso di Cristian Chivu guardando Monterrey-Inter. Una gara che già per la natura della sua fruizione si presta alle più disparate interpretazioni: c’è chi l’ha vista in diretta, svegliandosi nel cuore della notte, chi in differita una volta alzato o chi, più banalmente, si è accontentato degli highlights in forma estesa proposti da DAZN. Tre punti di vista differenti che non possono non tenere conto di una premessa: in nessuno modo, l’esordio dei nerazzurri al Mondiale per Club 2025 può aver dato una risposta definitiva su cosa ne sarà dell’Inter dopo il quadriennio targato Simone Inzaghi. E proprio il grande ex, che ieri alla guida dell’Al Hilal ha fatto un figurone contro il Real Madrid, è tornato agli onori delle cronache alla vigilia della sfida tra la Beneamata e i Rayados per effetto delle parole del CEO della società saudita, Esteve Calzada, che ha svelato che le tempistiche del suo addio all’Inter non corrispondono alla versione ufficiale fatta trapelare da Viale della Liberazione. Monaco rappresenta il confine temporale che definirebbe, secondo i più maliziosi, la correttezza del Demone nei confronti di un mondo che continua a mancargli in tutto e per tutto, tanto da provocarne la nostalgia persino delle negatività dell’ambiente. Che, evidentemente, non hanno fatto le valigie con il piacentino, ma sono rimaste nello spogliatoio di Lautaro e compagni. Hanno seguito la squadra fino negli Stati Uniti, come detto a più riprese dai giocatori nelle ultime ore: si è parlato di ‘voltare pagina’, di ‘lavorare sulle menti’, insomma di togliersi di dosso quel complesso di una finale di Champions League persa 5-0. Non la cosa più semplice di base, figurarsi in un periodo storico in cui non si capisce se la stagione vecchia sia ancora in corso oppure sia già iniziata quella nuova. In questo limbo temporale, nel quale l’Inter ha perso molte delle certezze costruite negli ultimi anni, la gestione della separazione con il demiurgo della seconda stella non è stato all’altezza di un club vice campione d’Europa. Prima il temporeggiamento nella speranza di un rinnovo insperato con il Demone poi la scarsa velocità di reazione nella ricerca del sostituto con diverse porte chiuse in faccia. Quindi la scelta a sorpresa di affidare la panchina a un uomo ‘made in Inter’ ma con pochissima esperienza ad alti livelli. Una seconda scelta, come minimo, checché ne dica Beppe Marotta che recentemente ha spiegato che Chivu ‘non è al secondo posto, non è una riserva, ma semplicemente quello che abbiamo scelto dopo”.

‘Dopo’ è la parola chiave, quella a cui tutti vogliono dare una forma. Che cosa succederà dopo? Vale per il mercato, argomento già toccato dallo stesso presidente in più occasioni nelle ultime settimane: il dirigente varesino ha parlato con un certo orgoglio della conferma dello zoccolo duro e, nel contempo, della sfida di ringiovanire la rosa seguendo le linee guida di Oaktrree di coniugare il patrimonio finanziario a quello sportivo. Il rischio di contraddizione c’è, soprattutto se l’estate non porterà potenziali titolari che possano fare concorrenza ai cosiddetti senatori. Il ‘dopo’ riguarda anche la curiosità di capire quanta strada farà l’Inter al Mondiale per Club: l’1-1 con il Monterrey all’esordio impone l’obbligo di vittoria con i giapponesi dell’Urawa Red Diamonds per alimentare le speranze di passaggio del turno agli ottavi di finale. Risultato tutt’altro che scontato visto la condizione psico-fisica dei reduci di una delle annate più logoranti che si ricordino. L’infermeria continua a riempirsi, un aspetto che non può essere sottovalutato, soprattutto visti i precedenti. C’è chi sostiene che il torneo vada onorato fino in fondo, prima per i soldi che porta in dote e poi per il prestigio, c’è chi si augura un’uscita di scena anticipata per permettere ai giocatori di staccare e riposarsi. Pareri discordanti di un popolo che sente tanto il peso del passato quanto quello del futuro. E il presente lo vive in preda all’apatia, alla ricerca di qualcosa di più motivante dell’allucinazione estiva a stelle e strisce.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 19 giugno 2025 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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