Il Mondiale per Club è già alle porte, in coda a una stagione estenuante. Finita con un pugno di mosche per l'Inter? Certamente sì, almeno a livello di trofei. Assolutamente no, invece, se ragioniamo su altri aspetti, compreso quello che riguarda gli errori da non commettere più. Se si vuole andare in fondo a ogni competizione, provando a vincere tutto, sarà il caso di dotare l'organico di giocatori e non di figuranti. Nessuno me ne voglia, non voglio insultare, ma alcuni sono stati esattamente questo: figuranti. E lo dicono i fatti, non le opinioni.

Ormai è chiaro: il Mondiale, col nuovo format, è una competizione che va a incastrarsi molto più vicino all'inizio della nuova stagione che non alla fine di quella appena alle spalle, nonostante quello che dice il calendario. Non a caso, chi deve cambiare allenatore l'ha già fatto. E lo stesso vale anche per il mercato.  

L'Inter è fra queste. Consumato l'addio traumatico da Inzaghi, dopo quattro anni da ricordare, si è aperta ufficialmente ieri l'Era Chivu. Il romeno è tornato a Milano nel ruolo di allenatore della prima squadra dopo essere stato uno degli eroi del Triplete e dopo aver allenato la Primavera. Tredici partite alla guida del Parma, con salvezza annessa, sono bastate a convincere la dirigenza nerazzurra che il suo fosse il profilo giusto per rilanciare la squadra senza troppe rivoluzioni, dopo l'assalto fallito a Fabregas.

Chivu è una persona sera e di certo un allenatore con grande prospettiva. Ma un ruolo fondamentale ce l'avranno tutti: dirigenza, giocatori, ambiente. E proprietà. Si legge di "regalo Bonny". Regalo? Ma come regalo? Regalo sarebbe Foden, sarebbe Osimhen, sarebbe Isak. Bonny è certamente un ottimo prospetto, ma per una finalista di Champions resta il minimo sindacale. Non scherziamo... Dobbiamo raccontarla giusta sennò non siamo onesti. L'Inter deve avere un reparto offensivo degno di tal nome, proprio per quanto detto precedentemente: non ripetere gli errori del passato. Per cui si dia al nuovo allenatore una rosa davvero competitiva e poi si dichiari senza timore di provare a vincere tutto.

Ecco, la comunicazione, da anni tallone d'Achille del club. Anche qui un "regalo" sarebbe d'uopo.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 10 giugno 2025 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni
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