Dopo undici anni, l'Italia torna al mondiale. Non parliamo purtoppo della nostra Nazionale, che dopo la debacle in Norvegia dovrà sudare le proverbiali sette camicie per qualificarsi a Usa 2026, ma di Inter e Juventus, rappresentanti del Bel Paese calcistico nell'inedito e ricchissimo, dal punto di vista economico, Mondiale per Club che sta per iniziare negli Stati Uniti.

A noi, chiaramente, interessano le sorti della Beneamata che farà il suo esordio nella notte italiana tra martedì 17 e mercoledì 18 giugno al Rose Bowl di Pasadena, contea di Los Angeles, contro i messicani del Monterrey. Nel girone dei nerazzurri, anche i giapponesi dell'Urawa e i blasonati argentini del River Plate. Tre partite che potranno già dare preziosi indicazioni sul nuovo corso interista targato Cristian Chivu.

Nemmeno due settimane fa l'Inter di Simone Inzaghi, ancora con lo Scudetto della seconda stella sul petto, disputava la seconda finale di Champions League nel giro di tre anni. Purtroppo sappiamo come sia andata all'Allianz Arena di Monaco di Baviera, come sappiamo come sia andata nel finale di campionato. Inzaghi, che a mio avviso il popolo nerazzurro dovrà comunque ringraziare per quattro stagioni sempre ai vertici italiani e europei, condite da sei trofei, ha salutato la compagnia per emigrare a suon di petrodollari in Arabia. Quindi si volta pagina e forse, fisiologicamente, non poteva essere altrimenti.

Sfumato Massimiliano Allegri, da sempre stimatissimo dal Presidente Marotta, ma che già aveva chiuso con il Milan, sfumato Cesc Fabregas, “imprigionato” dal Como, l'Inter è andata su Cristian Chivu, eroe del Triplete da calciatore, campione d'Italia con l'Inter Primavera nel 2022. In questo finale di stagione il quantaquattrenne tecnico rumeno è stato tra gli artefici della salvezza del Parma e, ahinoi, anche della mancata conquista dello Scudetto da parte dell'Inter. Ritengo, infatti, che il tricolore abbia iniziato ad allontanarsi soprattutto dopo il 2-2 del Tardini. I nerazzurri erano in tranquillo vantaggio per 2-0 alla fine del primo tempo con conseguenti sei punti in più del Napoli che inseguiva in attesa di giocare a Bologna. E invece sappiamo cosa abbia voluto dire farsi rimontare dall'allora squadra di Chivu, che nel finale di gara sfiorò anche una clamorosa vittoria.

Quanto elencato non serve ancora a dimostrare che l'Inter abbia fatto la scelta giusta, se l'obiettivo del club rimarrà quello di tentare di vincere tutte le competizioni in cui sarà impegnata. Bisogna essere onesti, Cristian Chivu allenatore dell'Inter, al momento è una scommessa. Ma le scommesse si possono vincere, se il neo tecnico nerazzurro sarà supportato, protetto e ascoltato dalla società e se i tifosi dell'Inter non inizieranno a spazientirsi al primo passo falso che, ci auguriamo, non arrivi mai.

Chivu ama l'Inter e questa è già una bella base di partenza. È sempre stato un combattente e la cosa si sposa con il DNA della storia vincente del club. Pensa in grande, perchè è giustamente ambizioso e muore dalla voglia di affermarsi come grande tecnico nella società che ha contribuito a portare in cima al mondo da calciatore. Conosce a menoria ogni filo d'erba dei campi di allenamento della Pinetina dove sarà chiamato a costruire la sua creatura. L'augurio è che sia anche un grande motivatore per mantenere il sacro fuoco nell'ossatura della squadra che, mantenendo in rosa tutti o quasi tutti i suoi big insieme a innesti giovani e di valore, possa rimanere ai vertici del calcio italiano e internazionale.

Certo, questo Mondiale per Club, posizionato nel finale di una stagione che per i nerazzurri è stata molto dispendiosa, rischia di prosciugare ulteriormente energie in vista della prossima. Ma se l'Inter è ai nastri di partenza del torneo, è perché ormai è entrata in una certa elite ed è giusto che competa. E allora iniziamo a preparare la macchinetta del caffè per tifare nerazzurro a partire dalle 3 di notte di mercoledì 18 giugno. Quando l'Inter scende in campo, non si può mai mancare.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 14 giugno 2025 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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