Il calciomercato dell'Inter spiegato male, ovvero il manuale d'istruzione da leggere per non capire nulla delle strategie studiate in Viale della Liberazione. Questo è quanto hanno saputo offrire i media nelle tre settimane successive all'ultima partita della stagione sul fronte nerazzurro, laddove i tifosi in trepidante attesa di buone nuove hanno smesso di leggere le vicende riguardanti la campagna trasferimenti estiva 2022 utilizzando lo strumento della logica. Nulla è come sembra, tra sostenibilità e competitività, promesse d'amore e pentimenti. Succede, per esempio, che in un giorno qualunque una figura totemica come Milan Skriniar dichiari di voler diventare una leggenda del club, inconsapevole che nel frattempo il factotum del PSG Luis Campos lo abbia messo in cima alla lista dei suoi obiettivi per la difesa. Rimane l'autenticità delle parole di Skrinka, che in più circostanze ha dimostrato il suo attaccamento ai colori nerazzurri, ora servirà capire se peseranno di più delle enormi capacità di spesa di uno dei club più ricchi del mondo.

La volontà di un determinato giocatore, questo insegna l'esperienza, è una discriminante non da poco in un mondo sempre più popolato da free agent e gente scontenta che diventa ingombrante in campo e sul bilancio. Ogni riferimento a Romelu Lukaku, se pensiamo alla seconda categoria, non è puramente casuale ma l'occasione per tratteggiare quello che è un caso paradossale: da acquisto più caro nella storia del Chelsea (115 milioni di euro), Big Rom è diventato in meno di un anno un esubero di cui liberarsi frettolosamente in leasing. Un prestito oneroso, forse pericolosamente oneroso per Suning, che in cambio potrà contare per un anno sul suo ex top player pagandogli uno stipendio ridotto grazie all'applicazione della legge universale per chi torna dove è stato bene con la coda tra le gambe. Sì, perché nessuno si è scordato il modo in cui il belga ha lasciato Milano, in una fase storica complessa per le note ragioni societarie: a maggio baciava lo stemma dell'Inter, ad agosto il Chelsea diventava l'occasione dei suoi sogni. Un'illusione durata appena quattro mesi, il tempo di rimangiarsi tutto e cominciare ad apparecchiare il suo clamoroso ritorno laddove era stato proclamato il re della città da una parte della stessa. Caduta presto la corona in quel di Londra, l'ex United, scopertosi nudo di fronte al livello superiore della Premier League e all'idiosincrasia per il gioco di Thomas Tuchel, ha organizzato un'intervista con Sky Sport senza l'autorizzazione del club londinese per mandare al popolo del cielo e della notte un messaggio che suonava così: "Chiedo scusa ai tifosi. Ho sbagliato e spero di tornare all'Inter". In pochi lì per lì diedero troppo peso alle parole di quell'uomo che, seduto sul divano in una comoda tuta beige, ammetteva di aver fatto l'errore più grande della sua carriera augurandosi al contempo di vestire per una seconda volta la maglia della Beneamata "non alla fine della carriera, ma molto prima per vincere di più". Il 'molto prima' sta diventando 'subito' grazie alla convergenza verso un punto comune tra le tre parti in causa che invita a tutti a capire le implicazioni che avrà questo come back.

Intanto, con molta probabilità, in attacco arriverà comunque Paulo Dybala, nonostante la prestigiosa sponsorizzazione in chiave Roma di Francesco Totti; presto, inoltre, verranno ufficializzati André Onana ed Henrikh Mkhitaryan. Gli affari Kristjan Asllani, Raoul Bellanova e Gleison Bremer sono ben impostati ma non ancora chiusi; quel che è certo è che guardandoci indietro capiremo che non è mai stato tutto chiaro fin dall'inizio, ma almeno il 1° settembre, ultimo giorno della sessione mercantile più enigmatica della storia recente interista, potremo cominciare a spiegare per filo e per segno tutte le mosse di Marotta &Co. Ora, tra le pagine del famoso prontuario di cui si parlava all'inizio, compaiono equazioni improbabili per provare a disegnare la nuova rosa di Simone Inzaghi, tipo Dybala + Lukaku – Skriniar/Bastoni/Dumfries/De Vrij – Dzeko/Correa, con l'incognita Lautaro Martinez da non trascurare. Succede soprattutto questo quando manca la visione d'insieme, per quella bisogna pazientare ancora due mesi e mezzo.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 16 giugno 2022 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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