Ieri sono iniziati gli Europei in Germania con una netta vittoria dei padroni di casa e stasera l'Italia scenderà in campo contro l'Albania. Ci sarà molta Inter sul rettangolo di gioco, tra blocco (ner)azzurro da una parte e Kristjan Asllani dall'altra. Quel Kristjan Asllani che non perde mai l'occasione di dimostrare di essere mentalmente un ragazzo d'oro, prima del centrocampista col futuro roseo davanti. Anche al Corriere della Sera l'ex Empoli ha confermato di avere la testa ben salda sulle spalle e nonostante le numerose possibilità di giocare titolare altrove di non prendere neanche in considerazione l'idea di lasciare Milano. L'Inter agli interisti, uno slogan un po' retrò ma mai fuori moda. E lui non ha mai nascosto di esserlo, sin dai primi calci nella piazzetta di Buti. Non è un caso se, anche ovviamente per esigenze di bilancio, la dirigenza abbia deciso di liberare un totem come Marcelo Brozovic per dare fiducia a un timido 21enne dai piedi educatissimi e con ottima visione di gioco. E non è un caso se oggi non venga neanche presa in considerazione l'idea di privarsene, a meno di offerte talmente ricche inevitabilmente da valutare.

Asllani è solo uno dei successi 'giovani' dell'Inter negli ultimi anni. Certo, anche Yann Bisseck non è un veterano, ma ha iniziato a indossare questa maglia a 23 anni, età che solo in Italia viene considerata ancora troppo verde mentre all'estero sei già nel pieno della carriera. Giusto per sottolineare la differenza nel metro di valutazione dentro e fuori i nostri confini nazionali. Oggi l'Inter sta lavorando non solo all'arrivo di Josep Martinez, unico tassello mancante, sulla carta, alla rosa della prossima stagione. Ma anche sulla squadra che verrà. In chiusura l'ingaggio di Luka Topalovic, talento sloveno 18enne che a tanti ricorda l'immenso Josip Ilicic (andiamoci piano...) ed è fermamente intenzionata a chiudere per Alex Perez, stessa età, in forza alla squadra giovanile del Betis Siviglia. Due operazioni che non nascono il giorno prima, ma sono frutto di mesi e mesi di scouting, osservazione, valutazioni, referenze e che emergono mediaticamente solo prima degli accordi tra i club. A conferma che certe trattative diventano di dominio pubblico solo prima dell'ultima curva, com'è giusto che sia.

Se l'Inter può lavorare serenamente sul settore giovanile con vista prima squadra, lo deve al fatto di aver messo su una rosa che non richiede grandi interventi né tecnici né finanziari. In linea di massima, una volta chiuso l'arrivo di Josep Martinez, Beppe Marotta, Piero Ausilio e Dario Baccin potrebbero persino andare in vacanza fino all'inizio del nuovo campionato, non ci fosse il bisogno di definire la situazione di Denzel Dumfries che rimane una questione ancora tutta da chiarire. Con i rinnovi dell'olandese, di Simone Inzaghi, di Nicolò Barella e di Lautaro Martinez il lavoro sarebbe compiuto, a meno che non si voglia accontentare l'allenatore con l'inserimento di un quinto attaccante. E il discorso inevitabilmente ricadrebbe sul tanto discusso Valentin Carboni.

L'enfant prodige del calcio argentino, e in Patria stravedono davvero per lui, può essere lo spartiacque del mercato nerazzurro. In un senso o nell'altro. Buon senso imporrebbe di non cederlo a titolo definitivo ma al massimo di prestarlo. Oppure, mossa coraggiosa, di tenerlo a Milano per dargli l'opportunità di essere l'erede di Alexis Sanchez dal punto di vista tecnico, l'alter ego super economico di Albert Gudmundsson che tanto piace ai nerazzurri. Certo, in caso di proposta da 30 milioni in Viale della Liberazione emergerebbe un drammatico dilemma che invoglierebbe a incassare. Ma, come direbbe Padre Maronno al secolo Maccio Capatonda al secolo Marcello Macchia: "E se poi te ne penti?". Un attacco con Lautaro Martinez, Marcus Thuram, Mehdi Taremi, Marko Arnautovic e Valentin Carboni sarebbe, oltre che variegato, completo sotto tutti i punti di vista. Ma patti chiari e amicizia lunga: se il secondogenito di Ezequiel rimanesse all'Inter, bisognerebbe dargli l'opportunità di dimostrare il proprio valore sul campo e non solo nell'immaginario collettivo. Il caso di Kristjan Asllani docet.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 15 giugno 2024 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino
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