Il fischio finale di Turpin dopo 3 minuti di recupero è stato come l'interruzione della giostra più adrenalinica del Luna Park. Vero che il Tibidabo non è troppo distante, ma il divertimento elettrizzante ieri sera è stato allo stadio olimpico del Montjuic, dove Barcellona e Inter hanno dato vita a uno spettacolo degno di una semifinale di Champions League. Il 3-3 finale lascia aperto ogni possibile scenario in ottica qualificazione e alla fin fine, riflettendoci bene, soddisfa entrambe le squadre. Il Barça perché nonostante la solita mole di gioco è stato costretto a inseguire il risultato sia nel primo sia nel secondo tempo. L'Inter perché dopo l'avvio slanciato si è abbassata troppo e soprattutto non ha saputo mantenere il vantaggio dopo la terza rete, esponendosi a una ingiusta remuntada nel finale ma anche mettendo a rischio le coronarie del pubblico di casa.

Insomma, chi si aspettava un blaugrana dominante è rimasto deluso o sorpreso. Perché i nerazzurri, nonostante le tre sconfitte consecutive, sono sbarcati a Barcellona con tutte le intenzioni di mettere a nudo i limiti ben celati dei padroni di casa e lo 0-2 dopo poco più di 20 minuti era fin troppo bello per essere credibile, soprattutto per la bellezza delle reti di Marcus Thuram e Denzel Dumfries (quanto ci siete mancati...). Inevitabile che rinunciando ad attaccare e accettando una strenua resistenza in trincea il talento degli artisti catalani avrebbe fatto breccia. Uno su tutti, quello di Lamine Yamal che, sfiorando l'assenza last second ha poi sfoderato una prestazione deluxe, letteralmente imprendibile nonostante il sistematico raddoppio di marcatura che tanto ricordava quello di José su Leo Messi nell'aprile 2010. Ma poi del doppio vantaggio rintuzzato prima del 45', il vero rammarico è il 3-3 arrivato, dopo una beffarda carambola, appena un minuto dopo il terzo gol, il secondo di Denzelone, che se mantenuto qualche minuto in più avrebbe innervosito i blaugrana spingendoli ad alterare ulteriormente i già precari equilibri difensivi.

Forse con giocatori più in forma l'Inter avrebbe potuto essere più concreta nella ripresa, poi se Mkhitaryan si vede annullare un gol per un paio di centimetri c'è poco da fare: dura lex, sed lex. Idiota lex, in questo caso, perché un gol talmente importante in un palcoscenico come questo non può sparire nel nulla per la punta di un piede. Ma tant'è. Ci si può accontentare per il momento di questo pareggio che lascia tutto invariato, sapendo che a Milano tra 5 giorni sarà un'altra battaglia, ma stavolta nel fortino nerazzurro che di certo si farà sentire. Non ci sarà Lautaro, la nota più stonata della serata: per uno Yamal che 'finge' di infortunarsi, c'è un Toro che davvero deve alzare bandiera bianca e chissà quando lo rivedremo. In una situazione del genere, con tanti giocatori allo strenuo delle energie e alcuni freschi di rientro, perdere il capitano, leader tecnico e carismatico della squadra, è una tegola non da poco. Ma se Taremi lo sostituirà come fatto nella ripresa di Barcellona, forse c'è ancora domani.

Un plauso dunque ai nerazzurri che a dispetto dei pronostici e dell'indubbio valore degli avversari hanno retto alle folate di vento e portato a casa la pelle da quella che era una vera e propria tana del lupo. E lo hanno fatto rispondendo colpo su colpo, senza timori reverenziali e gettando il cuore oltre l'ostacolo. Adesso testa al Verona, almeno questo dovrebbe essere il mantra. Ma chi davvero non è già proiettato a martedì prossimo?

Sezione: Editoriale / Data: Gio 01 maggio 2025 alle 00:13
Autore: Fabio Costantino
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