La Gazzetta dello Sport ha intervistato Francesco Repice, radiocronista di spicco di Rai Radio 1 che martedì sera ha raccontato Inter-Barcellona con la solita classe e pathos.

Repice, quando si è accorto che nell’aria c’era qualcosa di speciale?
"Quando il campo ha preso la direzione dell’imprevisto e poi, davanti agli occhi, riprendeva forma quella notte eroica del 1970, il 4-3 caro a tutti noi italiani. Stavolta non ha segnato Burgnich, ma Acerbi, un difensore che fa il centravanti, un mancino che colpisce di destro. Ti fermi e pensi: 'Ma che succede?' Lì capisci che è storia. E i social aiutano a farla diventare virale".

Un’immagine che si porta dietro della partita?
"Lautaro che scatta per evitare che i suoi compagni litighino con l’arbitro: in questa Inter vedo l’anima grande del suo capitano, un’orma che protegge come un tempo Zanetti".

E dalla finale col Psg cosa si aspetta?
"Sarà il regno dell’incertezza, a Monaco il giudizio universale in cui tutto quello che fai è quello che sei. Non ci si può nascondere e l’Inter lo sa".

Sezione: News / Data: Gio 08 maggio 2025 alle 18:10 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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