Dall'inizio di stagione, dopo le primissime vittorie della Beneamata, il popolo nerazzurro è stato costretto a ricorrere ad ogni tipo di scongiuro. La domanda ricorrente di amici e, soprattutto, nemici recitava: “Ma se si infortuna Lautaro Martinez, che succede all'Inter?”. Purtroppo il momento più nero che azzurro è arrivato per il capocannoniere del campionato, assoluto punto di forza della Capolista. Fortunatamente sembra non sia niente di grave, ma intanto il risentimento all'adduttore rimediato nel primo tempo supplementare della sfortunata gara di Coppa Italia contro il Bologna, costringerà il bomber nerazzurro a rimanere ai box probabilmente sino a inizio 2024. Niente Lecce oggi a San Siro e con tutta probabilità niente trasferta a Marassi con il Genoa venerdì 29. Giocando praticamente ogni tre giorni, era inevitabile che un calciatore come l'argentino, che riconcorre ogni pallone come se fosse quello della vita, andasse incontro al problema come successo, succede e succederà a gran parte dei suoi colleghi della serie A.

Lo stop di Lautaro Martinez, arrivato dopo un anno e otto mesi senza sosta comprese le gare con la sua Nazionale, crea malumori maggiori considerando che l'attacco di scorta, finora, non ha funzionato. Pochi lampi da parte del trentacinquenne Alexis Sanchez, che domani torna per la panchina, ancora meno dal trentaquatrenne Marko Arnautovic. Contro il Lecce, accanto all'inamovibile Thuram, giocherà quindi l'ex attaccante del Bologna a meno che Simone Inzaghi decida di ricorrere ad una seconda punta anomala come potrebbe essere Mkhitaryan che in gioventù ha agito spesso a ridosso dell'area di rigore avversaria. Questa però rimane solo un'ipotesi remota, perché Inzaghi spera che prima o poi, meglio prima che poi, anche Arnautovic inizi a dare un contributo degno di una squadra che guida la classifica con quattro punti di vantaggio sulla seconda. Il mercato di gennaio poi dirà se la proprietà permetterà alla dirigenza di tentare di migliorare la squadra dove possa essere necessario fare per non andare in difficoltà nella parte calda della stagione che vedrà i nerazzurri impegnati anche nel doppio ottavo di finale di Champions League contro l'Atletico Madrid dell'ex Diego Simeone.

Dicevamo come l'infortunio di Lautaro Martinez, cui ha fatto seguito quello di Federico Dimarco (anche per lui arrivederci al prossimo anno, fortunatamente vicino) sia arrivato nella gara contro il Bologna che ha costretto l'Inter a salutare agli ottavi la Coppa Italia vinta nelle ultime due stagioni. Dispiace aver abbandonato la manifestazione così presto, dopo aver perso ai supplementari una gara che aveva visto i nerazzurri passare in vantaggio dopo aver avuto tante occasioni da rete, compreso il calcio di rigore fallito da Lautaro. Da sottolineare poi che il gol del pareggio degli emiliani sia maturato trenta secondi dopo un evidente fallo non fischiato su Barella. Questo, tanto per rispondere ai buontemponi che si sono affannati a parlare di Inter aiutata dagli arbitri nel travolgente percorso che ha portato i nerazzurri a comandare il campionato con tredici vittorie, due pareggi e una sola sconfitta in sedici partite disputate. Ma mercoledì scorso il sorprendente Bologna dell'amico Thiago Motta si è comunque confermato bestia nera della Beneamata, basti ricordare il pareggio in campionato quando a San Siro riuscì a rimontare un doppio svantaggio maturato nella parte iniziale di gara. Obbligatorio ora archiviare senza danni l'incidente di percorso, consci che questa stagione offra obiettivi da raggiungere ben più importanti, in primis lo scudetto che vorrebbe dire seconda stella.

Contro il Lecce si vedrà per la prima volta dopo tanto tempo un'Inter senza il suo leader tecnico, il suo capitano, il suo trascinatore a suon di gol realizzati, il più delle volte decisivi per la vittoria finale. Sarà come vivere un primo giorno di scuola dopo aver dimenticato a casa il quaderno o la matita più bella. Ma questa Inter dovrà essere più forte anche di un infortunio che prima o poi sarebbe dovuto arrivare. Come è riuscita a vincere partite senza incassare reti senza difensori come Pavard e De Vrij, ora è chiamata a prevalere anche in un paio di gare dove non potrà contare sul furore del'attaccante argentino. Sarà lo spirito di squadra a fare la differenza in attesa del ritorno del Toro, che già scalpita.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 23 dicembre 2023 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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