Se hai il re di coppe, la tua mano non può essere che vincente. Non è un endorsement gratuito, lo dicono i numeri, le statistiche, le sensazioni. Simone Inzaghi quando sente profumo di elimination game diventa Re Mida, trasforma ogni idea in oro e non guarda davvero in faccia nessuno. Soprattutto Max Allegri, al quale ha alzato in faccia la Coppa Italia della scorsa stagione e al quale ieri sera ha negato l'accesso alla finale in questa. Si va a Roma, di corto muso, ma non quello allegriano parecchio speculativo. Il corto muso nerazzurro è anche piacevole da vedere, concede pochissimo all'avversario e più volte rischia di mandarlo definitivamente al tappeto. Peccato davvero per il percorso in campionato, perché nelle coppe questa Inter è esaltante. Ma c'è ancora tempo per raddrizzare la situazione dove al momento è più problematica, cercando nel mentre di guadagnarsi un'altra finale, assai più importante (senza offesa eh) della Coppa Italia.

Oggi il tifoso interista ha allontanato i pensieri negativi che lo tormentavano dopo il Monza. Ha ritrovato la speranza di potersi godere un gran finale quando gli insulti a proprietà, dirigenza, allenatore e giocatori erano oggetto di improperi quotidiani, senza soluzione di continuità, spinti da rabbia e rassegnazione. Oggi, dopo la vittoria contro la Juventus e l'accesso alla finale della coppa nazionale, le sensazioni sono più che positive perché la squadra finalmente dimostra sul campo il valore che legittimamente le viene attribuito sulla carta. L'Inter, i suoi giocatori, hanno recuperato la consapevolezza di essere forti, hanno tratto beneficio dagli episodi finalmente favorevoli (Barella serve inavvertitamente Dimarco che colpisce male il pallone: gol), hanno ritrovato la condizione psicofisica necessaria per affrontare un rush finale terribile, in cui non c'è pausa che tenga. 

Un po' tutti i nerazzurri hanno alzato il livello delle loro prestazioni, chi più chi meno, e la squadra se ne sta giovando. E i risultati arrivano di conseguenza. Ieri la Juve, arrivata al Meazza con la necessità di vincere per accedere all'ultimo atto di una competizione che poteva garantirle l'Europa della prossima stagione (e iniziare così a scontare subito l'inevitabile pena in arrivo dalla UEFA), è stata letteralmente imbavagliata da agonismo, ritmi alti, qualità e personalità nerazzurre. Ha fatto enorme fatica a creare situazioni pericolose dalle parti di Onana e ha offerto spesso il fianco ad altre coltellate, dopo quella ben assestata di Dimarco. Quel Dimarco che si era già tolto la soddisfazione di sbloccare l'indimenticabile derby d'Arabia. Milanese, interista, cresciuto nelle giovanili nerazzurre, killer di Milan e Juventus: se è un sogno, non svegliatelo.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 27 aprile 2023 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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