C'è l'Arte della Guerra, l'Arte di Vincere​, l'Arte del Cucito. E poi c'è l'Arte del Farsi Male da Soli. Ecco, se si volesse scrivere con dovizia di particolari questo ultimo manuale citato si potrebbe tranquillamente attingere alla recentissima storia dell'Inter, unica nel suo genere, capace di suicidi epocali. Senza rivangare il post-Triplete, con i successivi anni potenzialmente gloriosi trasformati invece in un'implosione grottesca, restiamo all'oggi, alla stagione attuale. Fai un ottimo mercato ed entri in rotta di collisione con l'allenatore (Mancini). Devi chiamare un nuovo tecnico in fretta e furia e ne scegli uno che arriva dall'Olanda, portando con sé ovvi rallentamenti logistici e culturali (De Boer). Trovi un'identità di squadra convincente battendo in grande stile addirittura la Juventus, ma ti si fa male l'uomo chiave alla vigilia del match della possibile consacrazione (Joao Mario pre-Bologna). Pareggi a Roma con merito, ma riesci a farti un autogol comico (doppio rimpallo Perisic-Icardi). Ritrovi tutti i titolari, ma avveleni la partita col Cagliari con la querelle Icardi-Curva Nord (più un altro autogol con doppia deviazione e palo nel mezzo: da piangere la notte).

Ora, va bene l'autolesionismo, ma qui si sta esagerando. Una degenerazione nata con la scelta di piazzare Gasperini in panchina (toh, alla ripresa del campionato ci sarà proprio il vecchio Gian-staccato-Piero a voler dare la spallata forse decisiva al campionato interista) e proseguita fino all'attuale gestione del club. Suning avrà modo e tempo per intervenire, meno De Boer, che già con il Southampton rischia di dover dire addio all'Europa. Che fare? Intanto, si potrebbe cominciare a limitare le autoreti, reali e metaforiche. E pure metafisiche.

Il caso che ha coinvolto il numero 9 argentino è emblematico e merita approfondimento. Icardi ha raccontato nella sua autobiografia un fatto accaduto due campionati fa, che per il calcio equivale a parlare di preistoria. Poteva evitarselo? Certamente. Poteva addolcirlo? Ovviamente. Scriverlo meglio? Pure. Ma l'impressione è che qualcuno all'interno del tifo organizzato abbia voluto leggere solo quello che gli faceva più comodo. Lì c'è il resoconto di uno sfogo con l'adrenalina a mille e palesemente sconclusionato, ma anche la convinzione di essere andato oltre e aver commesso un errore. Lo ha scritto chiaro Maurito, non possiamo fare finta che l'autocritica non ci sia stata. Una verità parziale e di comodo a chi interessa? Poi possiamo stare qui ore a discutere sull'effettiva opportunità di pubblicare un'autobiografia a 23 anni, di raccontare aneddoti scomodi e tutto il resto. Di certo, il comunicato della Nord alla vigilia del match col Cagliari non ha giovato, anzi. E da dimenticare anche le uscite della dirigenza, prima e dopo la gara: ok il rimprovero, sbagliata la gogna mediatica per un episodio già noto, morto e sepolto. E sbagliatissimo l'appoggio a chi è capace di aspettarti sotto casa. Rientra tutto perfettamente in quel lungo elenco di autogol. In campo, di fatto, l'Inter ha giocato in dieci: Icardi era un ectoplasma. Proprio adesso che era tornato quel giocatore fantastico che aveva fatto innamorare di sé ai tempi della Samp. Proprio adesso. Ci sarebbe da imprecare mille e mille volte. Situazione folle, da cui è anche complicato tirarsi fuori (basterà strappare quelle pagine dopo il comunicato di ieri?). Ben più grave era stata l'estate, scandita a suon di tweet a sfondo economico, prima volgari e poi untuosi. A margine, si dissipano punti pesanti. Il bene dell'Inter non lo fa nessuno. 

"TOGLITI LA FASCIA. PAGLIACCIO. Questo, ora sì, lo pretendiamo", hanno scritto - con tanto di maiuscolo gridato - quelli della curva all'indirizzo di Icardi. Quasi una minaccia a lui e, di rimando, alla società. Perché il verbo "pretendere" non lascia troppo spazio all'immaginazione. Pagliaccio... Pagliacci... Troppi nasi rossi tutti insieme. A tanti sarà tornato in mente il celeberrimo 'IT' di Stephen King: il clown che terrorizzava il Maine. E, a pensarci bene, anche io ora comincio ad avvertire una certa inquietudine disturbante. Che sia coulrofobia?

Sezione: Editoriale / Data: Mar 18 ottobre 2016 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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