Al fischio finale di Juventus-Inter ogni tifoso nerazzurro probabilmente ha provato un sentimento contrastante. La squadra di Inzaghi torna da Torino con un punto in più in classifica e il primo posto blindato, ma si poteva o doveva fare di più? Proviamo a capirlo.

La premessa è che l'Inter è andata sotto dopo 27 minuti, contro la seconda migliore difesa del campionato e in casa di quella che è la tua acerrima rivale. Non era scontato reagire dopo 6 minuti, non era scontato riprenderla subito. Una grande squadra fa questo e di questo dobbiamo esserne orgogliosi. Così come dobbiamo essere orgogliosi di come la palla è finita dentro la porta di Szcezsny. Un'azione capolavoro, da playstation, partita da Sommer che ha coinvolto Darmian, Dumfries, Barella, Thuram e Lautaro, ricca di verticalizzazioni, qualità e classe. Un gol da vedere e rivedere. 

L'Inter si è accontentata del pari? Questa forse è una domanda posta male. L'Inter non si è accontentata del pari, ha provato a fare la sua partita, a girare palla, a cercare spazi, ma senza successo, frutto anche di alcuni errori individuali e di tecnica mai fatti prima. Poteva osare forse di più, rischiare ecco di più la giocata, la verticalizzazione, forse per questo il bicchiere è anche mezzo vuoto. Bisogna fare anche i conti con l'avversario, la sua natura e con il fatto che molti giocatori sono rientrati in Italia dopo aver giocato in qualsiasi angolo del mondo, oltre ad alcune assenze importanti (così come in casa Juve, specifichiamo).

Oggi è mancato tanto Bastoni, per dirne una. Acerbi non si discute, ma oggi il mancino di Alessandro serviva tanto. Bicchiere mezzo pieno anche per il rientro di Cuadrado. Era uno dei più attesi, non ha deluso le aspettative, ha dato quel pizzico di brio alla sfida e ha dimostrato due cose: di stare bene e di poter dare all'Inter un qualcosa in più. Torniamo a Milano con la consapevolezza, comunque, di essere la squadra da battere. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 27 novembre 2023 alle 00:00
Autore: Raffaele Caruso
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