“Io non so perché i tifosi dell'Inter debbano essere agitati”, commentava l'agente Tullio Tinti ieri pomeriggio uscendo dalla sede nerazzurra a proposito delle voci di un possibile addio di Alessandro Bastoni in estate, in caso di mancato rinnovo. Parole solo all'apparenza rassicuranti, prima condite dalla frase "E' tifoso dell'Inter" che negli anni è stata quasi sempre svuotata da decisioni prese per interessi di carriera, legittimamente da dei professionisti. E allora perché tirare fuori le ragioni di cuore quando ci sono di mezzo milioni di euro?

Nel 2023, ormai nessuno crede più a queste storielle dell'attaccamento alla maglia, figuriamoci un popolo come quello del cielo e della notte ancora scottato dalla decisione presa da Milan Skriniar. Un altro che, lo scorso settembre, per parlare di un prolungamento che tardava ad arrivare, sfoderò la frase a effetto 'i tifosi mi conoscono' probabilmente per scaricare il peso della responsabilità di una separazione annunciata su dirigenza e proprietà. Che, come in tutte le telenovele che si rispettino, hanno sempre continuato a professare 'ottimismo' quando il futuro di un tal giocatore era in bilico. Col rischio di venir sbugiardate nel giro di poche ore, per esempio da Ivan Perisic, il primo dei top ad andarsene a parametro zero nella gestione Suning: "Marotta ha detto che siamo vicini al rinnovo? Non si aspetta l'ultimo momento per parlare con i giocatori importanti. Anche questo dovete sapere", disse il croato dopo aver deciso la finale di Coppa Italia contro la Juve.

Le tempistiche, più che la fede, sono fondamentali in questo tipo di trattative: non tutto va secondo i piani come successo con Marcelo Brozovic che, pur con il contratto in scadenza da tre mesi, non ha esitato a mettere la firma sul prolungamento dimostrando con i fatti di stare bene nel posto dove sta. Ovviamente a determinate condizioni economiche, proprio perché i giocatori non sono tifosi che giocherebbero anche gratis per la propria squadra del cuore. Epic Brozo, non a caso, è diventato uno dei giocatori più pagati della rosa insieme a Lautaro Martinez e Romelu Lukaku, uno che – parlando di tifoseria – è passato dall'essere idolo a mercenario fino a diventare il figliol prodigo nel giro di due anni per la pessima strategia comunicativa adottata rispetto al suo andare e tornare da Milano. Etichette appiccicate sulla schiena dei calciatori perché spesso i diretti interessati o i loro procuratori confondono volutamente i piani, mischiando ragione e sentimento. Niente di più fuorviante, la volontà di permanenza di Bastoni, ad esempio, è legata all'idea che ha di sé il calciatore da qui al 2027 tra titoli da mettere in bacheca e stipendio da mettere in banca. Il difensore, arrivato in punta di piedi dall'Atalanta nell'estate 2019 dopo un anno in prestito al Parma, ha cambiato il suo status e ora vuole un riconoscimento salariale simile a quello dei compagni big in rosa. Il club è conoscenza di questa sua richiesta e proverà ad accontentarlo. La distanza tra domanda e offerta, per ora, è ampia, ma in qualsiasi modo andrà a finire questa vicenda, per favore, non tirate in mezzo i tifosi. Che ormai non si agitano più perché un loro beniamino non rimane a vita in squadra, ma per come lo stesso romanza il suo eventuale addio. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 30 marzo 2023 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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