Numeri, calcoli, bilanci, preoccupazioni e grattacapi. Sono più o meno questi i protagonisti che ogni giorno popolano il The Corner di Viale della Liberazione 18. Dopo la grande paura di Eriksen, costato a società e dirigenza una boccata di angoscia e senza dubbio un’interruzione della tabella di marcia da seguire per il mese di giugno, Marotta e Ausilio non perdono di vista gli impegni evidenziati in rosso in agenda. Rientrata - in relazione alle circostanze - l’emergenza che ha visto il centrocampista danese al centro di ogni pensiero - come ha sottolineato il club nella lunga lettera di ieri mattina divulgata tramite i canali ufficiali -, rimandando tutto al prossimo verdetto medico, per il tandem dirigenziale è ora di tornare a concentrarsi sugli obiettivi da raggiungere. Una strada certamente non facile, parimenti a quella percorsa dalla Beneamata prima di salire sul tetto d’Italia, scoscesa e ardua ma che alla fine ha condotto alla meta.

Un po’ come la LuLa la scorsa stagione in campo, Ausilio e Marotta hanno l’arduo compito di segnare un numero di gol tali da garantire una differenza reti in positivo non indifferente: un famoso +80 imposto da Nanchino, più facilmente raggiungibile se 80 fossero punti in classifica più che milioni di utile nel mercato più condizionato di sempre. La finestra di mercato formalmente ancora neanche iniziata è la prima vera e propria sessione di trasferimenti stritolata dagli effetti della pandemia, opprimenti e stritolanti nei confronti di tutto il mondo del calcio, big club in particolar modo. Dei faraonici acquisti degli scorsi anni, tra cui i vari Ronaldo o Lukaku stesso, è rimasto più o meno il ricordo, di certo le disastrose mai ponderate conseguenze.

Della vertiginosa crescita del valore d’acquisto degli anni passati si piangono oggi svalutazioni obbligate e ingaggi troppo onerosi da sostenere nello scenario post Coronavirus ed ecco che improvvisamente persino un gigante come Cristiano Ronaldo in rosa crea più preoccupazioni che soluzioni. Ronaldo alla Juve, Messi al Barça, Neymar al Psg… e seppur lontano dai clamori mediatici, ogni grande club maledice quel mostruoso circolo che non aveva provveduto a non innescare. Discorso analogo all’Inter, dove seppur a cifre fortunatamente più contenute - aleggiano ingaggi da top player che fanno a pugni con il reale apporto sportivo. Esempi in tal senso sono i due cileni: Vidal 6 milioni e Sanchez 7 milioni netti, che al netto degli sgravi previsti dal decreto crescita sono rispettivamente 7,8 e 9,17 milioni lordi. Per un totale annuale di 16,97 milioni, esborso che l'Inter sostiene per due giocatori importanti ma che alla stagione dello scudetto hanno contribuito non in maniera preponderante, seppur in maniera e con motivazioni differenti l’uno dall’altro. Un rapporto qualità prezzo dal valore inflazionato, figlio di un calcio che oggi non regge più.

Tra monte ingaggi da sfoltire, pedine da sacrificare ma anche da rimpiazzare, la coppia di mercato nerazzurra dovrà essere brava a destreggiarsi tra difese avversarie riuscendo altresì a parare i colpi delle manovre d’attacco provenienti da più fronti. Difendere prima per poter attaccare e alternare in maniera più equilibrata possibile fase di possesso e non possesso.

E allora via con le tarantelle: assodato l’addio di Hakimi, per i quali i due dirigenti devono prima resistere e poi insistere fino a trovare l’acquirente che più riesca a rendere giustizia a un sacrificio tanto grande, i problemi non sono di certo finiti. Dal rallentamento che sembra quasi definitivo dell’affare Joao Mario con lo Sporting a quello di Radja Nainggolan con il Cagliari, frutto della stessa sorte del portoghese ma dal peso differente. E mentre il temuto 30 giugno si avvicina le questioni sul tavolo si moltiplicano e rallentano per via di Europei e Coppa America. Nel periodo in cui "nessuno (o quasi) è incedibile" le prestazioni dei vari Inter-Nazionali sparsi per i campi di Europa e Sudamerica sono variabili potenzialmente determinanti, di sicuro incidenti, che rimandano di qualche settimana le definitive valutazioni. Un ulteriore fattore che complica la vita del duo Marotta-Ausilio, attenti con l’elmetto anche a ribattere alle pretese dei procuratori, abili e furbi avversari di ogni direttore sportivo del momento.

Tra un gol nella vetrina più bella del momento, offerte allettate ma deprezzate, il forcing dei procuratori e la necessità di portare grana prima ancora che acqua al proprio mulino, l’estate di Marotta e Ausilio sarà persino più calda delle insopportabili temperature delle vie milanesi, dove ad entrambi non basterà salire a bordo di un taxi o di una Volvo per ‘dribblare’ gli avversari.

VIDEO - CENTROCAMPO INTER, NELLA RIDDA DI VOCI SPUNTANO DUE NOMI A SORPRESA

Sezione: Editoriale / Data: Dom 20 giugno 2021 alle 00:00
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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