Un derby assurdo nelle dinamiche contingenti. Il controllo è deleterio per Milan e Inter. I nerazzurri vanno avanti con un capolavoro strategico e l’inserimento di Brozovic che manda a vuoto la pressione difensiva rossonera. Poi entra in campo un fuoriclasse: il portoghese Rafael Leão, che slalomeggia accendendosi con il turbo devastante e inchioda le speranze inzaghiane. La differenza dei singoli è sempre lì, il marchio è decisivo: il classe '99 pare ciondolare sull'assetto sinistro, rientra con il controllo esecutivo sempre in tensione. Una tensione elettrica. Quella che è mancata all'Inter nella prima fase del secondo tempo. Quella decisiva per l'economia dell'incontro. Non si possono concedere tre gol così. Soprattutto il secondo: accomodamento al portoghese, che si fa beffe di tre avversari senza nemmeno, di fatto, saltarne uno. Semplicemente tira dritto verso la porta e marca il tris. Da lì ecco che la reazione s'attiva. Ma, come ha sottolineato Inzaghi al termine del derby, i nerazzurri prendono gol con troppa facilità. I movimenti posizionali quando la palla percorre i due lati sono incentrati sullo sbandamento. Passaggi a vuoto continui nella lettura decisionale.

Si fa tanta fatica anche e soprattutto nella gestione dei momenti: questo è un aspetto rilevante che occorre segnalare. Avere blackout situazionali conduce sul binario errato. Il Milan, anche quest'oggi, ha segnato con troppa facilità. Bravissimo Leao (anzi, superlativo). Qualità tecniche indiscutibili, un estro davvero pazzesco per il nostro campionato, ma l'incisività difensiva. La rete del pari è lo specchio: occorreva pulire il possesso in costruzione perché l'uscita era limpida e non c'erano troppe difficoltà. Ma i suggerimenti orizzontali sono errori da matita blu. Otto gol incassati in cinque partite: atteggiamento troppo passivo nella predisposizione psicologica. L'assetto difensivo deve rivedere i suoi meccanismi. Ribadisco: Leao, nel gol del 3-1 rossonero, fa letteralmente quel che vuole, arrivando in porta con la sigaretta in bocca. Così non va assolutamente bene: tre dalla Lazio, tre dal Milan. Ora testa al Bayern Monaco. Una gara che, come il derby, si prepara da sola. Ma serve abbandonare ogni analogia con questa serata storta. Dispiacere e delusione: i cuori interisti sognano una notte esaltante.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 04 settembre 2022 alle 00:01
Autore: Niccolò Anfosso
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