Eccoci qua. Prima del previsto, ma è arrivato. A Vlahovic ha risposto Baldanzi e all'Allianz Stadium, Juventus-Empoli finisce 1-1. Uno soltanto: gol e punto, fatto e raccolto dalla squadra di Allegri che porta con sé una sorta d'anelito di giorno del giudizio. Qualche prima verità o semplice risposta che dà e chiama a dare. La scorsa domenica, nell'immediato post 3-0 in casa del Lecce, i piagnistei di chi prevedeva l'apocalisse all'orizzonte avevano intasato i topic social, e sembrava essere cominciata una specie di cerimonia d'iniziazione ad un'eventuale delusione di fine stagione. Un meccanismo di autodifesa che quasi irrefrenabile scatta nella testa del tifoso nerazzurro, o probabilmente del tifoso in generale, che di sbagliato ha senza dubbio le tempistiche. E se da un lato era comparso il quasi disilluso interista, dalle parti di Torino è sorto il già campione d'Italia. Due estremi opposti dalle più profonde radici, due facce di una stessa sfumatura di tifo che la dicono altresì lunga su una simile, più diplomatica ed equilibrata, corrente mediatica che oggi viene chiamata in causa.
Senza girarci intorno, la paranza degli interdisfattisti era già in procinto di stappare con il 3-0 al Via del Mare e il semplice sorpasso dunque primo posto agguantato dai bianconeri. D'altronde anche l'occhio vuole la sua parte e se è vero che si tratta di un primo posto con tanto di asterisco in alto, era proprio quell'asterisco in alto a rendere ragione ai fautori della teoria secondo la quale la pressione può sempre giocare brutti scherzi. Presentarsi al derby d'Italia guardando gli ospiti dal basso verso l'alto con la consolazione del recupero non lascia sereni gli interisti che con i primi posti per proiezione non s'accomodano più allo stesso tavolo. Il 2022 è ancora troppo dietro l'angolo per dimenticare certi scherzi e autosabotamenti costati carissimi, e non giocare d'anticipo sulle eventuali reazioni d'emergenza alle quali dover attingere in caso di altrettanti scherzi del destino sarebbe oggi emotivamente un grande errore da parte di ogni grande sentimentale. Eppure anche al meno temerario dei tifosi una risposta viene servita qualche ora fa proprio dai grandi rivali. L'anticipo delle 18 del sabato si conclude con un pareggio tra la prima e la penultima in classifica, due posizioni che possono voler significare nulla o tutto, ma la cosa che salta più all'occhio tra le tante cose che può dire questo 1-1 di Torino è come, evidentemente, anche la Juventus di Massimiliano Allegri, la tanto conclamata 'corto muso, fortunata, cinica, efficace seppur non bella', tutte queste cose insieme, Juventus alla fine incespica comunque. Un piccolo inciampo che smonta l'intertristismo di una fetta di nerazzurri quanto l'interdisfattismo di una fetta, grande, di anti-nerazzurri ma che allo stesso tempo mette la squadra di Simone Inzaghi davanti ad un banco di prova ancora più pesante di quanto non lo fosse già nelle scorse ore.
Se l'infausto risultato contro la squadra di Nicola dà un paio di scossoni ai già ipnotizzati dalla profezia 2022 che vedevano o vedono tutt'ora la Vecchia Signora pronta ad accomodarsi sul trono d'Italia, allo stesso modo aggiunge alla saccoccia dei doveri della squadra vice campione d'Europa un paio di pesetti in più da trasportare. Rinfrancata dalla Supercoppa, l'Inter riparte in campionato da Firenze, lì dove si troverà di fronte ad una ferita ma non prevedibile squadra che con i nerazzurri peraltro tiene qualche conto in sospeso. La ritrovata freschezza a Riyadh, freschezza però soltanto emotiva non di certo fisica, giocava e gioca tuttora da carburante aggiuntivo ad un ritorno alla quotidianità che metteva i milanesi di fronte a doveri imprescindibili già la scorsa settimana: una sorta di richiamo all'attenzione che trova un peso cresciuto esponenzialmente dopo il passo falso dei bianconeri che consentono a Lautaro e compagni di rimettere le cose in chiaro, dunque al proprio posto, prima dello scontro diretto di domenica prossima. Ancora una reaction con i cuori per Baldanzi che ha segnato per l'Empoli e servito un assist all'Inter, tornata nelle condizioni di decidere del proprio destino: fare le cose per bene a Firenze, tornare primi in classifica e ritornare a San Siro per la prima volta dopo l'Arabia riprendendo lì da dove ci si era lasciati e scongiurando persino 'il problema' pressione psicologica da inversione di ruoli nel gioco del cacciatore e la volpe, o di guardia e ladri che dir si voglia, prima dello scontro diretto e da ansia da profezia 2022 fino al recupero del match con l'Atalanta. Un banco di prova che attende l'Inter che ieri ha ricevuto e oggi ha solo da raccogliere, ringraziare, e andare.
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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