Zlatan Ibrahimovic e il rimpianto di aver rotto troppo presto il suo idillio all'Inter sotto la guida di José Mourinho. "Un uomo per cui potrei morire", lo definiva Ibra nella sua autobiografia, e ancora "il re, il condottiero dell’esercito". Nell'agosto del 2009 la scelta di salutare Milano assecondando le sirene catalane. "Mi tirò una frecciatina.'Tu vai al Barça per vincere la Champions?'. Io risposi 'Anche per questo'. E lui 'Non dimenticare che saremo noi a portarcela a casa'". Profezia avverata con il trionfo dei nerazzurri al Bernabeu dopo aver fatto fuori in semifinale la stessa squadra di Guardiola. 

Il duello si ripete anche quest'anno con il confronto degli ottavi di Champions fra Chelsea e PSG, remake della doppia sfida vinta nella passata stagione dai Blues. A meno tre giorni dal ritorno di Stamford Bridge (1-1 l'andata a Parigi) lo svedese dispensa ancora elogi per lo Special One, svelando questa volta l'amarezza per aver affrettato l'addio da San Siro: "Ho vissuto un'esperienza super con Mourinho - afferma Ibra ai microfoni di Telefoot -. Abbiamo lavorato insieme per un anno all'Inter e il feeling fra noi due era molto positivo. Il mio unico rimpianto è quello di aver lavorato insieme a lui per un solo anno, anche se abbiamo vissuto comunque dei bei momenti". Mercoledì sera un'altra occasione per incontrarsi. In campo da avversari, fuori come vecchi amici costretti a separare le loro strade ma rimasti indissolubilmente legati.

Sezione: Copertina / Data: Dom 08 marzo 2015 alle 15:34
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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