ROMA - Prima un idolo, poi un maestro e un trascinatore. A due anni di distanza dalla scomparsa di Diego Armando Maradona - il 25 novembre 2020 - Javier Zanetti dedica un ricordo a una delle figure più importanti della sua carriera di calciatore, determinante anche per la crescita come uomo. La bandiera nerazzurra ha parlato nel nuovo episodio de "I Fantastici 10", la mini-serie presentata dal sito di statistiche Calcio.com. «Diego è quello che ci ha fatto sognare di diventare calciatori - dice - Tutti noi che giocavamo a calcio speravamo di vederlo da vicino, le emozioni che ci ha trasmesso sono infinite». La prima di queste «è la nazionale argentina che vince i Mondiali del 1986 in Messico, in cui lui fece cose straordinarie. Fu un'emozione grandissima per tutto il paese». Oltre alle doti calcistiche, prosegue Zanetti, Maradona era unico anche per la personalità: «Era un trascinatore, smuoveva sempre i suoi compagni. Aveva la "garra", sapeva trasmetterla nel migliore dei modi e questo ha sempre fatto la differenza». In seguito «ho avuto la fortuna di incontrato a Milano e poi è stato il mio allenatore in nazionale». Tra gli episodi più personali Zanetti tira invece in ballo una serata indimenticabile «in cui lui venne nel mio ristorante. Fu una grande tavolata con tante persone, siamo rimasti fino alle 5 del mattino a parlare solo di calcio. È stata una notte magica averlo con noi mentre ci raccontava le sue esperienze, me lo ricorderò per sempre». Più in generale, a Maradona «piaceva parlare di calcio, si ricordava cose che altri non ricordavano, e sapeva raccontare un particolare momento come se lo stesse vivendo. Per un calciatore sentirlo trasmettere quella energia era una cosa straordinaria».

Sezione: Copertina / Data: Gio 24 novembre 2022 alle 12:28
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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