Ieri, dopo il successo con il Bologna, Nicolò Barella si è presentato davanti ai microfoni facendo ammenda per i "rotolamenti" successivi al contatto con Frendrup nel match con il Genoa di lunedì scorso. Non era stata una simulazione, ma il centrocampista nerazzurro si è scusato per aver accentuato le conseguenze del contatto (peraltro Ayroldi aveva fischiato immediatamente il calcio di rigore, ben prima dell'esagerazione di Barella).

Oggi la Gazzetta dello Sport "traduce" male le scuse del nerazzurro: "Dopo essersi rotolato un po’ troppo per il contatto (regolare) del difensore genoano Frendrup e aver “preso” un rigore che non c’era, il polmone dell’Inter ha ricevuto giuste e ampie critiche: gli hanno fatto male, certo, ma lo hanno pure portato a meditare. Per questo, alla prima occasione, ha voluto un microfono a sé per chiedere scusa a tutti: saper ammettere un errore non lo cancella, specie se nel mentre sono passati cinque giorni, ma nobilita, eleva. Restituisce luce a chi ha sbagliato. In fondo, Barella è come la sua Sardegna: orgoglioso, a volte ruvido, ma pur sempre generoso. Semplicemente un bravo ragazzo, oltre che un «campione», come lo ha definito ieri, dopo aver saputo delle scuse, lo stesso presidente rossoblù Zangrillo, primo suo accusatore dopo Inter-Genoa. La prossima volta, però, basterà non rotolarsi troppo".

Pezzo pubblicato oggi sul giornale rosa a firma di Filippo Conticello.

Sezione: Copertina / Data: Dom 10 marzo 2024 alle 08:56 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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