Fin troppo facile alimentare le dietrologie con il senno di poi. Visto il corposo excursus dell'arbitro Orsato coi nerazzurri, si ritiene quindi di fare cosa gradita "metterlo a fuoco" - il suo passato, mica il fischietto - prima che domenica tal Daniele si degni di aggiungerne un altro prezioso capitolo al Dall'Ara di Bologna. Dunque nessuna auspicata pira generica e tanto meno alcun rogo inquisitorio: virtuali, per carità! I nerazzurri, col supporto di appassionati e tifosi - avendo appena finito di spegnere le fiamme dei dragoni portoghesi, almeno a Milano - mica vogliono reinventarsi incendiari dalla sera alla mattina... Ed allora la si tocca davvero piano, per quanto blasfemo possa suonare: la luna di miele dei nerazzurri con l'arbitro vicentino pare proprio essersi interrotta "per colpa" del loro Triplete. A più di qualcuno - evidentemente anche fra i più insospettabili - quella "trilogia" di trofei nerazzurri dev'essere andata proprio di traverso. Non ci sarebbe infatti altra chiave di lettura plausibile per (provare a) giustificare il completo ribaltamento dello score di Orsato con l'Inter materializzatosi a cavallo dell'estate 2010.
Dal suo debutto con i nerazzurri (avvenuto nel maggio 2007) fino alla primavera di quell'anno, il periodo era stato coperto con 10 direzioni arbitrali che "fruttarono" all'Inter 9 vittorie ed 1 pareggio. A decorrere dall'autunno di quello stesso 2010 - a Triplete acquisito - la parabola degli esiti delle designazioni dell'arbitro di Schio con l'Inter aveva cominciato subito a prendere una piega decisamente negativa. Venti direzioni che lasciarono in dote (si fa per dire!) ben 11 pareggi, 6 sconfitte ed appena 3 vittorie nell'arco temporale, ad oggi, di quasi 13 anni (lordi...). Un trend a dir poco funesto che non teme assolutamente confronti con quello riservato ai rivali dei nerazzurri. Comparando infatti la media punti nelle stesse ultime 20 partite con Orsato designato anche per ciascuna delle altre 6 "sorelle", risulta la seguente graduatoria: Juve 2,25 (punti per partita); Lazio 1,80 (ppp); Atalanta 1,75; Milan 1,25; Napoli 1,20; Roma 1,15; Inter 1,00. Per quanto riguarda invece lo score nerazzurro dei rigori, meglio stendere un altro velo pietoso, visto che vergognosamente (è l'avverbio più pudico che possa venire in mente...) risulta attestato a -1 per effetto di appena 2 penalty decretati a favore e dei 3 fischiati contro. Ma lo sconcerto non deriva dal segno negativo di quel bilancio - peraltro condiviso da almeno una delle altre squadre di vertice (anche la Juve sta a -1, come somma algebrica di un +4/-5) - quanto dal rilievo osceno che quelle 2 massime punizioni furono accordate, all'unisono, "giusto" alla 1a designazione con l'Inter, datata ben 16 anni fa: Inter-Torino 3-0 nel precitato maggio 2007.
Poi, per i nerazzurri diretti da Orsato, il deserto rigoristico più assoluto: manco un'oasi ogni tanto, nemmeno un miraggio dagli undici metri... Se il compianto Primo Levi fosse ancora tra noi, probabilmente avrebbe trovato materiale sufficiente per scriverne un libro di memorie pallonare (altrui), dal titolo inequivocabile: "Se questo è un arbitro". Orsato non risulta però reduce da chissà quali indicibili "esperienze" in campi di lavoro (né di altra natura), bensì solo di gioco... Dunque, in ottica nerazzurra, non ci si capacita che un fischietto di tal levatura - non a caso universalmente riconosciuto e premiato come uno dei più performanti - possa essersi imbattuto (eufemismo!) in un particolare istituto giuridico che parrebbe aver trovato solo un italico attecchimento (par già di ascoltare Kalle Rummenigge mentre esclama: "Mai sentita una cosa simile in vita mia". Solo che sarebbe già la 2a volta, dopo essere rimasto esterrefatto per via delle plusvalenze juventine farlocche...). Quindi, ad essere espliciti, non si è ancora ben capito se il fischietto vicentino sia stato oggetto di una preclusione (cautelativa?) disposta dalla CAN o piuttosto sia finito "vittima" di una ricusazione di espressa matrice nerazzurra. Non occorre rivangare quali sono stati i prodromi di una tale disposizione (aprile 2018, Inter-Juve 2-3: "E ho detto tutto!").
A prescindere da quello che potrebbe essere il vero motivo di un allontanamento così prolungato di Orsato dai nerazzurri, qualunque soggetto non avrebbe soverchie difficoltà a capire cosa voglia dire ritrovarsi in una sorta di "quarantena arbitrale" (anche se poi, con l'emergenza Covid, ci si è dovuti "inventare" pure quella di soli 5 o 10 giorni...). Basta dunque guardare alle "vicissitudini" di Orsato che si sono tradotte in un primo periodo di "isolamento" dai nerazzurri pari a 40 mesi (non giorni!): dal precitato aprile 2018 al settembre 2021 (data della sua penultima designazione per Samp-Inter). Lasso di tempo a cui ha poi fatto seguito un'appendice di ulteriori 17 mesi, quelli che decorreranno dalla predetta data fino a domenica, giorno in cui il fischietto berico tornerà a dirigere i nerazzurri. Questo prolungamento sembrerebbe quasi il rigurgito di una classica deformazione professionale: il tempo di recupero pure per la preclusione/ricusazione...
Verrebbe financo da pensare che Orsato, o chi per lui, si sia messo in testa un'idea affatto meravigliosa: ossia emulare il matematico pisano Fibonacci rispolverando, aggiornandola, la sua famosa sequenza: 1,1,2,3,5,8,13, ecc. Quella citata ne "Il Codice da Vinci": do you remember? Solo che la tiritera propinata finora da Orsato - in progressione decrescente - si sta già rivelando piuttosto insopportabile per occhi ed orecchi del pubblico nerazzurro, visto che le cifre esprimono addirittura unità di misura mensili: 189,40,17, ecc. Già in precedenza "decrittate" le ultime 2 (40 e 17), resta solo da precisare che la cifra 189 identifica, ad oggi, i mesi trascorsi dalla concessione dell'ultimo rigore in favore dell'Inter: un abominio temporale senza eguali che dovrebbe impedire all'arbitro vicentino di potersi guardare allo specchio. Poi, ironia della sorte, l'imminente ricomparsa di Orsato sugli stessi sentieri nerazzurri - già annunciata dalle designazioni settimanali - va ad incrociarsi con un curioso fatto di cronaca rimbalzato proprio dalla sua stessa terra di estrazione. Nei giorni scorsi era stato segnalato l'avvistamento di un presunto orso in prossimità dei Colli Berici, zona del Basso Vicentino di sicura conoscenza del fischietto in oggetto. Salvo poi accertare che si trattava, in realtà, di un cane di grossa taglia di colore scuro, sfuggito al suo padrone.
Considerato il periodo carnevalesco, si sarebbe potuto anche supporre che fosse stata solo una messinscena di quel burlone del cugino in seconda di Daniele, tal Roberto ("l'ex presunto fratello"). Il quale, senza forse pensare di poter compromettere o creare ulteriore imbarazzo al suo consanguineo - come se già non gli avessero procurato numerosi grattacapi le sue (di Roberto) pregresse esibizioni social di vessilli ed altre cianfrusaglie bianconere - avrebbe magari potuto travisarsi da plantigrade, indossando una vecchia pelliccia e per copricapo un improbabile trofeo di caccia... A modo suo, avrebbe voluto probabilmente preannunciare - "spaventandoli" di brutto - quei tifosi nerazzurri del Basso Vicentino circa l'imminente ricomparsa dell'Orsato sulla scena nerazzurra...
Quegli stessi tifosi che probabilmente non seguiranno l'Inter in trasferta al Dall'Ara. E come dar loro torto: mica vorrebbero correre - imbattendosi col vero Orsato - il brivido dell'imprevisto... Ma, "in compenso", danno dimostrazione di frequentare assiduamente San Siro: prova ne sia il loro immancabile striscione esposto giusto al centro del 2° anello blu del Meazza... Stadio laddove le gesta tutt'altro che epiche di Orsato coi nerazzurri ebbero inizio ormai 16 anni orsono. Ah, urge infine precisare che orso, Orsato ed orsono non sono parenti e, pare, nemmeno affini!
Orlando Pan
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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