Nonostante la malcelata frustrazione bianconera, molti tifosi ed appassionati nerazzurri resteranno in trepidante attesa che Allegri - prima della fine di questo campionato - riesca almeno a tagliare l'agognato traguardo dei 1000 punti conquistati sulle panchine della Serie A. Quelli titolati con smodato anticipo dalla Gazzetta - mica da Tuttosport - già sulla prima pagina di sabato 27 gennaio ('Allegri va a 1000"), giorno di Juve-Empoli. Solo che poi qualcosa dev'essere andato storto se - alle 997 tacche già spuntate - il tecnico labronico ha aggiunto solo 1 punto nelle successive 3 partite per effetto di un misero pareggio e di 2 cocenti sconfitte. Tutta colpa, evidentemente, di un destino cinico, ma soprattutto baro: sarà mica che avevano ragione quei cospirazionisti della Marotta League? E i compari del terrapiattismo non ce li vogliamo mettere? Beh, almeno stavolta, i NO VAX non dovrebbero c'entrare un fico secco! E se invece Allegri fosse finito vittima delle sue stesse metafore un tanto al chilo, magari ispirate da certi film polizieschi (forse quelli del mondo al contrario evocato da un generale reinventatosi scrittore...), oppure da partite fra umani con la pallacorda od ancora da gare di corsa fra quadrupedi erranti, con paraocchi o senza? Bisognerebbe chiedere lumi a Messer Zazzaroni, nonostante sia in luna di miele mai rinnegata con un "gitano" venuto da Anversa...
Fatto sta che nel frattempo pareva brutto che San Siro potesse diventare il teatro - per giunta calendarizzato in un giorno feriale - di uno scontro fra consanguinei, ossia tra 2 fratelli che fanno lo stesso mestiere di allenatore, come Filippo e Simone da Piacenza. Sarebbe stata una sorta di faida familiare al grido di "Mors tua, vita mea". Uno spettacolo "cruento" da vietare persino alla visione dei minori attivando, ove possibile, il parental control. O, meglio, il classico testa-coda che solo la benevolenza e le somme entrature di (don) Nicola da Luserna San Giovanni (TO) hanno poi scongiurato, risparmiando a tutti l'insana "esibizione". Risulta infatti che - da quando il tecnico piemontese è stato chiamato al capezzale dell'Empoli - sia riuscito a ridare nuova vita alla squadra toscana. Conquistando ben 8 punti in 4 partite - di cui 1 financo in casa Juve - non certo con la sola imposizione delle mani e nonostante la rosa empolese non annoverasse alcun "Lazaro" da resuscitare. L'unico che si conoscesse in Serie A - provvisto di tale identità - gioca infatti nel Torino, ma risulta vivo e vegeto... L'ultima opera pia di (don) Nicola (per gli amici solo Davide) è stata appunto quella di togliere - in un certo senso - le castagne dal fuoco al collega Inzaghi Sr., ponendo fine alla sua prolungata agonia in terra campana attraverso la vittoria dei toscani all'Arechi di Salerno nel precedente turno di campionato. Giusto un venerdì prima di quello segnato in rosso sul calendario dai fratelli Inzaghi. Quando si dice: la "fortuna" arriva a volte senza citofonare... Ma per il fratello maggiore di Simone è stato meglio così, altrimenti Filippo avrebbe forse corso il rischio di arrivare financo alle mani col suo ex Direttore generale, Walter Sabatini. Il quale - nella conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico granata Liverani - si era abbandonato ad una confessione a dir poco sconcertante: "Voglio fare operazioni verità. Devo chiedere scusa a Inzaghi perché avrei dovuto e potuto portare a inizio gennaio alcuni calciatori. Non ho aiutato un allenatore in difficoltà, mi scuso profondamente dal punto di vista umano e professionale. Gli auguro tutte le fortune del mondo". Davvero una faccia di bronzo 'sto reo-confesso di Sabatini: prima ha scavato di persona la fossa al suo allenatore - non procurandogli i necessari rinforzi sul mercato - e poi ha tentato spudoratamente di scusarsi per non essere riuscito a disdire per tempo il servizio di onoranze funebri. Che il suo incidente domestico (gamba fratturata) sia stata allora una punizione divina? Mi sa tanto che quelli di Nanchino avessero capito per primi che non si trattasse esattamente della versione pallonara dell'"eroe dei 2 mondi" di garibaldina memoria. Nel senso che a quei tempi (05/17-03/18) Suning aveva ingaggiato Sabatini come coordinatore delle aree tecniche dell'Inter a Milano e dello Jiangsu in Cina. Salvo poi escogitare la probabile "fuoriuscita elegante" del dirigente umbro attraverso l'induzione alle sue dimissioni...
I Sabatini, però, sono come le ciliegie maturate troppo (eufemismo!): una tira l'altra. Anzi, prima di Walter era saltato fuori anche Sandro. I 2 non sono affatto parenti - almeno che si sappia - ma hanno trovato comunque un modo "serpentesco" per farsi detestare in egual misura dai fratelli Inzaghi. Detto già di Filippo, Simone - almeno in pubblico - non ha mai, però, proferito verbo alcuno contro le argomentazioni spese sull'Inter da Sandro Sabatini in un articolo apparso venerdì 9 febbraio sulla prima pagina di Tuttosport. Pezzo in cui il giornalista - spesso ospite negli studi televisivi di Mediaset - sosteneva la tesi alquanto grottesca che l'Inter attuale fosse stata costruita anche un po' per caso... Della serie: cosa non si riesce a scrivere pur di coniugare il pranzo con la cena. Ma sui presupposti in parte errati - perché distorti - della tesi di Sandro Sabatini è proprio inutile tornarci. La Redazione di FcInterNews ha già dipanato esaurientemente la matassa "genetica".
Ah, già: poi ci sarebbe sempre da commentare Inter-Salernitana di campionato. Perdonatemi la "sufficienza" nell'approccio ai fatti di campo che, apparentemente, potrebbe essere scambiata per tacita spocchia, affatto contemplata nel DNA nerazzurro. È soltanto una forma di noncuranza epistolare che male non fa. Anche se mica è facile tenere sempre tutto dentro per poi gioire in un'unica soluzione! Schivato dunque il venerdì di "passione" dello scontro fratricida con Filippo, contro la Salernitana Simone ha valutato - nonostante l'imminente andata degli ottavi di CL con la sfida all'Atletico del Cholo - che un limitato turnover non potesse che confermare l'efficacia della sua splendida creatura nerazzurra. Ed infatti il decorso della partita è stato un vero e proprio piacere per gli occhi, alla luce di un gioco mandato letteralmente a memoria. Schierando dunque dall'inizio il solo De Vrij per l'infortunato Acerbi e 2 laterali di spinta in cerca di conferme (Carlos Augusto) o di rilancio (Dumfries): ché pare brutto chiamarli QUINTI di centrocampo con l'Inter PRIMA in classifica... Con tutti e tre che hanno svolto egregiamente la loro parte. Per fortuna poi che gli altri titolari stanno tutti bene, in barba all'azzardo che Simone aveva deciso di compiere a suo rischio e pericolo. Ossia quello di schierarli nonostante si sfidasse il fanalino di coda campano. Si sarebbero scatenati i più sommari processi mediatici qualora anche uno solo di loro si fosse malauguratamente infortunato. In ogni caso, adesso sotto con l'Atletico: anzi, meglio sopra! Almeno di un paio di gol. Con la fervida convinzione che le massaie interiste (da nord a sud della penisola), si guarderanno bene dal girare anzitempo i materassi - da cui il richiamo al soprannome dei prossimi avversari (i 'colchoneros') - per passare già al lato estivo. Non foss'altro perché perfettamente consapevoli che tutti i guai dei biancorossi (8 sconfitte in stagione di cui 7 maturate lontano da Madrid) si stanno consumando pressoché nel periodo autunno-inverno...
Orlando Pan
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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