Se da un lato Walter Mazzarri è una sorta di bestia nera per l'Inter da quando guida il Torino, dall'altro il suo saldo è molto negativo nei confronti diretti con Antonio Conte. Lo sottolinea Tuttosport: "I due non si amano, soprattutto dopo quell’11 agosto 2012 quando, a Pechino, lo Juve sconfisse per 4-2 il Napoli di Mazzarri conquistando la Supercoppa italiana. Avanti per due volte (Cavani e Pandev) e ripresi da Asamoah e Vidal (su rigore), i partenopei si arresero in 9 contro 11 dopo i supplementari, pagando a caro prezzo le espulsioni di Pandev e Zuniga: un autogol di Maggio e una rete di Vucinic fissarono il 4-2. E alla fine De Laurentiis fece disertare la cerimonia di premiazione con Mazzarri furibondo per l’arbitraggio di Mazzoleni (scorie che si è portato appresso anche in granata). Sulla panchina bianconera sedeva Carrera visto che Conte doveva scontare una squalifica (poi ridotta) di 4 mesi legata al calcioscommesse. Adesso, ovvio, è un’altra storia; e un’altra partita. Da allora Mazzarri non ha più battuto Conte. Lo aveva fatto un paio di volte prima, quando il leccese guidava formazioni di secondo piano. Mai, però, ad un certo livello. Sabato il granata parte ancora svantaggiato in una partita che, per mille motivi, sogna di vincere. Mazzarri, infatti, non ha dimenticato l’esonero patito all’Inter, l’unico in carriera. La sua storia nerazzurra fu molto controversa. Il 24 maggio 2013 firmò un biennale. Nella prima stagione portò la squadra al 5° posto, accedendo all’Europa League. La sua squadra risultò quella con più gol segnati fuori casa: 35. Ma Il 14 novembre dell’anno successivo venne licenziato per far posto al ritorno di Mancini quando non stava andando così male. Spesso Mazzarri ricorda quel periodo milanese che gli ha lasciato in dote anche una serie di malevoli sfottò con cui ciclicamente lo prendono in giro quelli che non lo amano: dal segno dell’orologio alla scusa della pioggia. Tutte cose che lui patisce molto ancora oggi, specie quando gli vengono rinfacciate in modo gratuito e ingeneroso. Non ha cancellato quell’affronto dalla sua mente e la voglia di prendersi la rivincita è tanta. Anche perché sa bene che la vittoria quasi fisiologica di Brescia non può bastare: né per ridare alla classifica un senso europeo né per tenere salda la sua panchina in caso di nuovi rovesci".  

Sezione: Rassegna / Data: Gio 21 novembre 2019 alle 11:12 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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