"L’Inter va apprezzata per come ha affrontato il gran test dell’Olimpico. A testa alta, senza timori o tremori". Lo scrive oggi la Gazzetta dello Sport, che evidenzia i meriti di un'Inter comunque ancora lontana dall'essere competitiva per il vertice. "Non si è arroccata, ha ribattuto colpo su colpo nei limiti delle sue attuali possibilità. Ci sono state però delle scelte che non ci hanno convinto, ad esempio quelle operate sulla fascia sinistra di cui sopra (la destra della Roma). Qui Mancini ha piazzato Kuzmanovic, un regista, allo stesso modo in cui nel derby aveva lì collocato Kovacic, un trequartista. Fuori ruolo l’uno, idem l’altro. Perché Mancini fa così? Vuole convincere la società a comprargli degli esterni veri sul mercato di gennaio? Per rimanere a ieri sera, il «povero» Kuz si è ritrovato ala sinistra in un 4-4-1-1 che mutava in 4-2-3-1 a seconda delle due fasi. In ogni caso Kuzmanovic si muoveva lungo il corridoio mancino, era ostaggio delle cavalcate di Maicon e non poteva contare granché su Dodò, incappato sì in una serataccia, ma forse perché disorientato dal fatto di avere come compagno di cordata uno abituato a battere altri sentieri, più centrali. Qualcosa del genere è successo a Palacio, dislocato sulla trequarti alle spalle di Osvaldo. Palacio non è mai entrato in scena e il solito pressing a rinforzo non può bastare per assolverlo. Tutto questo per rilevare che Mancini ha portato un cambio di mentalità, si vede un’Inter più consapevole di sé, ma permangono degli equivoci, i giocatori andrebbero utilizzati dove possono offrire il meglio di sé. E la fase difensiva rimane approssimativa, non si possono concedere dei gol come quello di Holebas o come il primo di Pjanic". 
 

Sezione: Rassegna / Data: Lun 01 dicembre 2014 alle 09:24 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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