Lunga intervista del Corriere dello Sport a Gian Piero Gasperini, che parla della sua Atalanta e delle prospettive per la stagione. Ma non solo.

Un anno fa ci disse che l’Atalanta era il suo top club e che doveva arrivare una proposta super per farle cambiare squadra. Si sente di ripetere la stessa cosa? 
"Sì perché il rapporto si è cementato ancora di più. Ci sarebbero piazze stimolanti dove lavorare, ma il mio legame con i colori nerazzurri negli anni si è cementato sempre di più. Mi sento molto gratificato da lavorare qui e devo tanto a Bergamo. Questo senso di riconoscenza mi spinge a fare sempre di più: di fronte all’amore di questa città e di questa tifoseria sono in debito". 

Il presidente Percassi ha parlato di obiettivo salvezza, ma, a -3 dalla Juventus capolista, qualcuno a Bergamo sogna lo scudetto. Qual è la via di mezzo? 
"Non c’è una via di mezzo. Siamo all’inizio del campionato ed è presto per capire i reali valori. Siamo partiti bene e questo è positivo, ma il terzo posto attuale significa poco se visto nell’ottica di un’intera stagione. Un primo bilancio potremo farlo solo dopo 14-15 partite, diciamo alla fine del girone andata: in quel momento il volto della classifica sarà più veritiero". 
 
Paratici pochi giorni fa ha detto che l’Atalanta può fare come il Leicester. 
"Ci ha voluto fare un complimento però sa benissimo che nella corsa scudetto l’unica avversaria della Juventus è la Juventus stessa". 
 
Firmerebbe per un altro terzo posto? 
"Io non firmo mai niente. Con questo non voglio sottintendere che un altro terzo posto non sarebbe un risultato straordinario, ma conquistare un traguardo così sul campo mi piace di più che ottenerlo… con una firma. Sul campo questa città, questa società e questi ragazzi si sono tolti negli anni soddisfazioni uniche e lì vogliamo continuare a gioire". 
 
Quando le hanno detto dell’infortunio di Zapata, lei come ha reagito? 
(Sorride) "Con un’imprecazione… Ho visto l’azione ed era evidente che si fosse fatto male. Paghiamo un conto salato alle nazionali e questa cosa non va bene. E’ inutile andare a giocare in giro per il mondo amichevoli che non hanno nessun significato: si sottopongono i calciatori a un tour de force di 12-13 giorni e in palio non c’è niente. E poi ci si lamenta se gli infortuni aumentano... Certe gare non le guarda nessuno, sono inutili sia sotto il profilo tecnico-tattico sia sotto quello dello spettacolo. Speriamo che questo “scempio” delle nazionali finisca: non si può fermare tre volte in tre mesi il campionato e le coppe. A questo punto meglio concentrare le sfide delle nazionali in un’unica sosta". 

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Sezione: Rassegna / Data: Ven 18 ottobre 2019 alle 09:54 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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