Milan-Inter di questa sera "è un jackpot: chi vince svolta". Il Corriere dello Sport utilizza questo termine per inquadrare il Derby di Milano in programma questa sera a San Siro. "Milan-Inter sembra una storia di fine febbraio - continua il quotidiano romano - quando non puoi permetterti di sbagliare una virgola, invece siamo ancora dentro settembre. Conte deve dimenticare lo Slavia e quando ne pareggia una (giocando malissimo) si sente depresso come chi ha preso diciotto al primo esame all’Università e pretende tutti trenta con lode. Conoscendolo, li avrà strizzati ben bene. Giampaolo è l’eterno sognatore che vuole arrivarci soltanto con il gioco, che non ha un piano B (non è una critica, piuttosto una constatazione) e che ha memorizzato alcune parole di Boban («vanno bene i punti, ma pensavamo di essere più avanti a livello tattico») che sono quella classica punzecchiatura che, se non ci pensi, scivola via. Ma che, se ci pensi, ti sembra quasi un invito a fare in fretta prima che sia troppo tardi".  

Spostando il discorso sul mercato, il Corsport evidenzia che "l'Inter ha speso di più e ha preso gente che “deve” giocare (Lukaku) anche se in ritardo di condizione. L’obiezione è smontabile perché fin qui Conte non ha visto Sensi più Barella, ricordando sempre che l’ex idolo di Cagliari è costato 45 milioni (bonus compresi), non certo saldi di fine stagione. Poi magari stasera Barella gioca e vince il ballottaggio con Vecino, le indicazioni sono queste, ma la scelta era nata e si era consumata in nome di una maggiore fisicità a centrocampo. Anzi, se potesse e se il mercato fosse aperto, Conte andrebbe a pescare un altro bel marcantonio (alla Matic) in mezzo al traffico. Godin non è al top, ma tra poche ore ci sarà. Lazaro ha saltato buona parte della preparazione. Sanchez è arrivato da poco. In sintesi, siamo vicini alla normalità".

"Lo sbilanciamento è dettato più dal Milan che ha messo sul tavolo 80 milioni, e da questo discorso escludiamo ovviamente Rebic (prestito biennale, diritto di riscatto da 25) - continua il quotidiano romano -. Bene, anzi male, questi 80 milioni sono mediamente parcheggiati in panchina, soltanto Theo Hernandez avrebbe avuto visibilità dall’inizio, se non fosse stato bloccato da un infortunio. E’ qui che la proprietà si interroga: ma non sono all’altezza del Milan? No, nessuno discute le qualità di Leao (25 milioni), ma bisognerebbe conoscere Giampaolo: se l’allenatore è convinto di utilizzarlo al 70 per cento, stai sereno che resta in panchina e forse non basterebbe il 90 o il 95 per convincerlo. Giampaolo ritiene che l’inserimento o l’adattamento di un nuovo acquisto comprenda tempi più lunghi, come se lui fosse un allenatore in sella al Milan da tre anni e non da inizio estate. Ma bisogna conoscerlo bene per capirlo, anche con i suoi pregi non soltanto con le sue fissazioni. Esempio: se Rebic stasera restasse in panchina, ma il croato legittimamente spera, il nuovo Milan 2019-2020 sarebbe il vecchio Milan 2018-2019. Quello di Gattuso, considerato che Biglia ha fin qui respinto le irruzioni di Bennacer. E Conte partirebbe da un 3-0 (Godin, Sensi, Lukaku) che sarebbe 4-0 se Barella mantenesse il vantaggio su Vecino. Chiaramente l’esito del derby dipenderà da altri aspetti, ma questa resta pur sempre una chiara indicazione". 
 

Sezione: Rassegna / Data: Sab 21 settembre 2019 alle 10:03 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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