HANDANOVIC 6,5 - Sul campo dove negli ultimi due precedenti aveva raccolto più errori che parate, fa la sua parte con grande tranquillità. Certo, il punteggio finale lascia ipotizzare una serata senza patemi per l'Inter, ma è la parata del capitano su Verdi, sullo 0-0, la vera sliding door. Chissà se quel pallone fosse finito dentro che partita si sarebbe sviluppata dopo. Bene con i piedi, ma non è una novità.
D'AMBROSIO 6 - Un altro tassello positivo nella sua stagione, conferma di essere affidabile quando c'è bisogno di far respirare Darmian. Molto, forse troppo coinvolto per tutto il primo tempo dai compagni, che approfittano di lui per provare a dare sfogo alla manovra a destra, dove però c'è un via vai troppo affollato per guardare al di là della metà campo. Non rinuncia comunque a qualche incursione offensiva, costringendo Montipò al grande intervento con lo stacco sul secondo palo, specialità della casa. DAL 57' DARMIAN 6 - Mentre pensa a una serata rilassante, ecco l'ingresso di Djuric che lo costringe a seguirlo fuori area alternandosi con De Vrij e a impedirne le sponde nel gioco aereo. Un problema? Macchè.
DE VRIJ 6 - Gaich è un bel torello e fisicamente si fa rispettare, ma l'olandese usa le buone maniere per invitarlo a girare alla larga (più facile cercare la propria porta?) e, visto che Orsato fischia meno di poco, ogni tanto usa anche le cattive. Niente male anche con Djuric, fisicamente anche più robusto dell'argentino. Montipò gli nega la gioia della rete sullo 0-0, prima di iniziare a raccogliere palloni in fondo al sacco.
ACERBI 6,5 - Passa indubbiamente più tempo nella metà campo avversaria che nella propria, invitato da Inzaghi a creare uno sbocco ulteriore a sinistra quando Dimarco è tallonato da Faraoni oppure si accentra. La prestazione tragica contro la Lazio di tre giorni fa è già alle spalle, stavolta porta a casa anche un assist. Il centrale si affida a tutta la sua esperienza per non correre rischi e gestire il proprio fisico a fronte dell'ennesima partita da titolare.
DUMFRIES 6 - Molto bene nel gioco aereo, dove spesso si trova anche a saltare contro avversari più alti. Ma quando si tratta di mostrare i muscoli l'olandese è secondo a pochi. Nell'altra metà campo fatica a lungo l'assenza di spazio anche solo per chiedere l'uno due, si limita pertanto a giocarla indietro e fare da appoggio provando innanzitutto a non perdere il possesso. DAL 65' ZANOTTI 6 - La nota piacevole è vederlo entrare in campo con la naturalezza di un veterano. Certo, sullo 0-5 sono bravi tutti, ma non è semplice per un Primavera parlare lo stesso linguaggio dei grandi senza esitazioni.
MKHITARYAN 6,5 - Il vertona scientemente ingolfa la mediana e con il dinamismo di Tameze è difficile farla franca. L'armeno riceve pochi palloni potenzialmente giocabili, allora la butta sugli inserimenti in area nella speranza che qualche anima pia tra i compagni lo serva con i tempi e la precisione giusta. Bene come al solito dal punto di vista tattico in un centrocampo più tecnico che vibrante, sale di tono nella ripresa. DAL 65' GAGLIARDINI 6 - Ennesima passerella nelle sue ultime settimane da giocatore dell'Inter. Si piazza in mezzo e nella serenità generale rispetta le direttive.
BROZOVIC 7 - Dopo la rete di Calhanoglu, come un maestro di prima elementare, Orsato va direttamente dal papà, ehm, dall'allenatore per lamentarsi di un atteggiamento troppo reazionario del croato (proteste eccessive, in parole povere), invitandolo retoricamente a sostituirlo. Per fortuna Inzaghi si limita alla strigliata perché, francamente, rinunciare a questa versione di Brozo sarebbe delittuoso. Non che domini a centrocampo, però la flemma con cui imposta l'azione anche con sbocchi ridotti al lumicino è una ventata di serenità per i compagni, convinti dal suo linguaggio del corpo che andrà tutto bene. DAL 78' ASLLANI SV.
CALHANOGLU 7 - Impossibile non farsi influenzare dalla prodezza con cui indirizza la gara già nel primo tempo: il turco alza la testa, prende la mira e mette il pallone all'incrocio dei pali calciando da casa sua. Non quella a Milano, quella d'infanzia a Mannheim. E non dovremmo neanche sorprenderci visto che Youtube è piena di sue giocate del genere. Ah, a questo aggiunge tanta qualità a centrocampo e più di un blitz palla al piede per provare ad abbattere la diga gialloblu e servire gli avanti nerazzurri.
DIMARCO 6,5 - L'aspetto che più rimane negli occhi è il fatto di trovarlo spesso e volentieri lontano dalla sua corsia di competenza. Perché l'esterno, leggendo bene l'evoluzione della partita, capisce che riempiendo l'area avversaria può creare sconquassi tra le maglie del Verona. Soliti cross insidiosi, compresi quelli da corner, e un pallone talmente preciso che un bomber come Gaich non può non sbattere in rete. Nella propria, però. DAL 57' BELLANOVA 6 - Entra quando i valori agonistici del match sono ai minimi storici, prova allora a mettersi in mostra con qualche sgasata sulla corsia mancina sfidando in velocità un Faraoni che non molla..
MARTINEZ 7,5 - A un certo punto la sua prestazione sembra un'esposizione artistica, fatta di stop eleganti, dribbling a rientrare e movimenti sinuosi tra i giocatori avversari. Mostra piacevole ma a tratti troppo fine a sé stessa, perché non arricchita dalla sua classica cattiveria con vista porta avversaria. Quando sale di tono però ecco i muscoli e l'efficacia: l'assist a Dzeko per lo 0-3 è di un tempismo invidiabile, il tocco sotto che vale il quarto centro è pura dolcezza, la zampata nel recupero è il riassunto del suo temperamento. Dopo il lungo digiuno, è tempo di riscuotere alla cassa.
DZEKO 7,5 - Rieccolo, il Cigno di Sarajevo, per chi se lo fosse dimenticato. Il gol mancava dall'inzuccata che aveva steso il Napoli, a Verona il bosniaco esagera piazzandone addirittura due, di mancino, perché il talento non conosce piede forte. Una doppietta che senza dubbio rappresenta l'apice di una prestazione importante, con il solito grande movimento su tutto il fronte offensivo che libera spazi e manda in paranoia i centrali scaligeri.
ALL. INZAGHI 7 - Terza vittoria consecutiva in campionato, superando a pie' pari un ostacolo significativo come un Verona in salute, imbattuto negli ultimi 4 impegni e tornato in corsa per la salvezza. La sua Inter, figlia legittima del turn over in vista della Roma, dopo una prima fase di studio dilaga, grazie anche alla gentilezza involontaria di Gaich che apre la scatola. Da lì in poi è monologo nerazzurro, con un'abbondanza in zona gol a cui non eravamo più abituati. La strada è sempre più tracciata.
VERONA: Montipò 5,5, Ceccherini 5 (dall'82' Cabal sv), Hien 5 (dal 62' Coppola 5,5), Magnani 5, Faraoni 6, Tameze 6, Abildgaard 5,5, Depaoli 6, Verdi 5,5 (dal 46' Duda 6), Lazovic 5,5 (dal 46' Doig 6), Gaich 5 (dal 69' Djuric 6). All. Zaffaroni 5
ARBITRO: ORSATO 6,5 - Direzione à la Orsato, ormai è un marchio di fabbrica. Stile inglese ma non troppo, con tanta comunicazione e totale controllo di una partita che non sale mai troppo di tono dal punto di vista del nervosismo. Anche perché i giocatori comprendono subito il metro e si adeguano.
ASSISTENTI: Mokhtar 6 - Palermo 6
VAR: Marini 6
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