I ricordi, le immagini, i momenti più belli della carriera di Diego Milito. Il Principe li ripercorre nella consueta rassegna fotografica proposta da Pierluigi Pardo a Undici. Si parte da un video dedicato alla vittoria in Champions a Madrid, "una gioia che nessuno potrà togliermi mai". Poi, la prima foto: è Enzo Francescoli, dal quale ha ereditato il soprannome in virtù della sua somiglianza: "Un giocatore e uomo fantastico, uno dei miei idoli. Anche lui una volta ha detto che i suoi figli li fecero notare la somiglianza con lui. Io non credo sia così, però è un onore". Poi c'è Gabi, il fratello, suo avversario tante volte in Argentina: "Più le volte che abbiam giocato contro che insieme. Era un difensore molto tosto, oltre ad essere molto forte era caratterialmente deciso. Tante volte ci siamo presi a male parole, specie in un derby tra Independiente e Racing, quando chiesi il rosso e lui mi disse: 'Hijo da...'".

Prima tappa italiana per lui è stata Genova: "Il Genoa lo porterò sempre nel mio cuore, è stata la prima squadra europea che mi ha permesso di conoscere un altro calcio. Poi mi ha ripreso dal Saragozza, sarà sempre nel mio cuore. Voglio bene a squadra e città". E poi, l'Inter e i gol nei derby: "Ne ho fatti tanti? Casualità e fortuna, però fare gol nel derby è sempre speciale. E' una partita diversa dalle altre, ho la fortuna di giocarlo ma lo preparo come tutte le gare". Chi è Massimo Moratti per Milito? "Un presidente straordinario, gli sarò sempre grato per avermi permesso di vincere tutto, realizzando il mio sogno da bambino. Mi ha portato in un grande club come l'Inter, mi ha sostenuto sempre".

Si ritorna a Madrid, all'esultanza dopo il 2-0: "Sicuramente una gioia indimenticabile, difficile da spiegare. Quando ti chiedono cosa significa è difficile da dire a parole. Perché Mourinho è speciale? Perché riesce a tirare da fuori da tutti i giocatori il massimo, è un vincente, ti convince con le sue idee, ti dà la forza di affrontare tutti con la forza di essere il migliore". Un pensiero anche per Diego Armando Maradona, suo ct in Sudafrica: "E' stata una bella esperienza, è stato un piacere conoscerlo, è un idolo. Anche se non ho giocato tanto giocare il Mondiale è stato qualcosa di speciale. Se pensavo di giocare di più? Tutti pensano di meritare di giocare di più, io avevo questa voglia ma sono cosciente che in Argentina ci sono grandissimi attaccanti".

Una foto dedicata a Papa Francesco, argentino anche lui: "Peccato per la maglia del San Lorenzo, però è un orgoglio avere un pontefice connazionale. In Argentina il calcio si vive come in Italia". Poi, il crac col Cluj: "Si impara tantissimo, si impara a dare valore a tante cose, a non pensare di stare male per un risultato negativo. Ti rendi conto che queste sono le cose che succedono. Recupero bene, manca ancora molto ma siamo sulla strada giusta. Andiamo passo passo e cerchiamo di recuperare il meglio possibile". Sempre con la maglia dell'Inter? "Sicuramente. La mia testa è dedicata solo al recupero, poi ho un contratto di un anno. Poi si vedrà, ma quest'anno rimarrò all'Inter". Si chiude con Terranova di Sibari, il paese dei nonni: "Quanto mi sento calabrese? Tanto, sono cresciuto coi miei nonni e mi sento tantissimo italiano. La nduja? Mangio tutto, anche la soppressata. Ma non parlo dialetto...". 

Sezione: News / Data: Lun 06 maggio 2013 alle 21:57
Autore: Christian Liotta
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