Riccardo Meggiorini si racconta alla Gazzetta dello Sport e ricorda anche il suo inizio di carriera nelle giovanili dell'Inter. 

Nel 2003 arrivò l’Inter. Come la scovò?
"Avevo segnato 15 gol in Eccellenza a 17 anni. Uno scout era presente al torneo delle Regioni. Dopo trenta gol in un anno e mezzo, Mancini mi regalò l'esordio in Serie A. Era il 14 novembre 2004, Cagliari-Inter, entrai al posto di Favalli. In allenamento avevo segnato dei gol a Toldo".

Lì non indossava ancora il numero 69.
"Ero all’inizio, ma poi l’ho sempre avuto. Un omaggio a Nicky Hayden, campione in MotoGP nel 2006. Amavo il suo stile ribelle, le sue derapate. Un giorno lo incontrai grazie a un amico e da lì in poi mi ha sempre invitato nel suo box. Gli ho regalato tutte le mie magliette. Conservo i cappellini, le t-shirt e i suoi occhiali come reliquie. Quando è morto ho pianto. Mi ha regalato emozioni forti. Io ho sempre amato le moto".

Bari, diceva: come fu l’impatto?
"Ero ansioso: arrivai passando dal Genoa. L’Inter mi aveva inserito insieme a Bonucci, Ranocchia e Fatic nello scambio per arrivare a Milito e Motta. Lì Ventura fece la differenza. In ritiro si presentò con una lavagnetta e iniziò a parlare di 4-2-4 e di movimenti. Una volta uscito pensai: “Cavolo, sono arrivato in A”".

Quando ha deciso di smettere?
"A Vicenza, l’ultimo anno. A gennaio 2022 arrivò Da Cruz e rovinò lo spogliatoio. Venne alle mani con un compagno. La partita successiva giocò dall’inizio, io rimasi in panchina. Li capii che non ne avevo più, ma non ho rimpianti".

Programmi per il futuro?
"Ho 40 anni e tante cose di cui occuparmi. Aiuto i ragazzi di un centro riabilitativo. Quando capita calcio ancora in porta col sinistro"..
 

Sezione: News / Data: Ven 07 novembre 2025 alle 23:58 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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