"Bisogna fare qualcosa per i ragazzi ucraini" dice Mircea Lucescu, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, dove ha raccontato la sua fuga dall'Ucraina. "Giovedì sera abbiamo fatto allenamento in vista della partita di Coppa e poi è successo quello che non ci aspettavamo mai potesse succedere. Ci dicono che è cominciata la guerra, e che è arrivata alle porte della città. Se la guerra prosegue spero che l’Uefa dia ai calciatori la possibilità di svincolarsi, o di andare almeno in prestito per finire la stagione. Parliamo di ragazzi giovani con famiglia, devono continuare a giocare perché il calcio è il loro mestiere. E ha un potere enorme...”

Quale potere?
"Senza calcio il mondo è più duro. Avete visto cos’è successo con la pandemia? Teatri, cinema e altre forme di intrattenimento erano fermi e il calcio no, teneva desto l’interesse della gente anche senza pubblico e tra mille difficoltà. E appena hanno riaperto gli stadi la gente è tornata subito. Capite qual è la sua forza? È un bene che va preservato”.

Per far sì che il calcio continui si parla anche dei paesi limitrofi disposti a ospitare il campionato ucraino. Ne sa qualcosa?
“Sì, è una proposta sul tavolo. La Romania è disposta, Polonia e Ungheria anche, so che Ceferin ci sta pensando, se si vuole non sarà una cosa difficile da organizzare. Spero che si arrivi a un accordo politico, e che soprattutto ci si renda conto della prima necessità: non far morire altre persone. Ripeto: nessuno si aspettava una tragedia del genere, gli ucraini ascoltavano Putin e pensavano fossero schermaglie verbali, minacce. La storia ci racconterà sempre questa vicenda come quella di un Paese fratello che ne aggredisce un altro, è una ferita incredibile. Quando apriranno gli occhi di fronte al danno che stanno facendo, forse la smetteranno. Ora pensiamo alla pace, poi penseremo anche al calcio”.

Sezione: News / Data: Lun 28 febbraio 2022 alle 20:01
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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