"Siamo sicuri che non valga Mou?" apriva ieri la Gazzetta in prima pagina, riferendosi a Rafael Benitez. Il tecnico spagnolo ha sicuramente dalla sua diverse qualità. Ma lo stesso Jorge Valdano, in passato "antagonista" verbale di José Mourinho, rimarcò proprio le differenze tra i due tecnici sul libro scritto dal giornalista portoghese José Marinho su Mou ("José Mourinho - Nato per vincere" edito in Italia da Cavallo di Ferro). Lo fece alla fine del libro, in una sorta di profetico e ideale passaggio di consegne per la panchina nerazzurra.

"Qualcuno ha detto che Mourinho era italiano nell idee e risultatista nelle vittorie. Come se questo fosse un crimine censurabile da un'associazione del buon gusto. Ne ho parlato con Jorge Valdano e ho paragonato le squadre di Mourinho e Benitez, lui sì, allenatore difensivo che riuscirebbe a far giocare a catenaccio anche una partita per strada tra ragazzini. Così Valdano: 'Mourinho merita il nostro rispetto perché rispetta il calcio. Ha semplicemente scelto la sua strada per vincere, una strada diversa, ma la sua determinazione e il carattere hanno fatto delle sue squadre delle squadre dominatrici. Non ci sono chiacchiere nelle compagini di Mourinho come, invece, ci sono in quelle di Benitez. Nelle squadre di Benitez tutte le mosse sono studiate, sistematizzate, non ci sono praticamente sfumature nel rendimento. In queste squadre il pallone è uno strumento, un utensile, non un incantesimo. Ogni giocatore ha un ruolo che sembra memorizzato durante la settimana ed è molto difficile oltrepassare queste regole. Nelle squadre di Mourinho, i giocatori hanno maggiore autonomia, le loro dimostrazioni caratteriali si capiscono all'interno della squadra. Si vede che Mourinho cerca soluzioni per il benessere dei suoi giocatori, mentre Benitez è più repressivo. Massima autorità, minima libertà. Nel Chelsea di Mourinho i giocatori avevano autonomia per la scoperta individuale delle soluzioni. Nelle squadre di Benitez il suo intervento è ecccessivo, tanto che da una settimana all'altra può cambiare sei o sette giocatori senza mutare nulla nella squadra. Quelli che entrano eseguono un lavoro molto simile a coloro che escono. Questo è possibile solo con un trasferimento quasi totale di autonomia dai giocatori all'allenatore. Non vedo lo stesso nelle squadre di Mourinho, dove i cambiamenti sono meno visibili. Al Chelsea c'erano titolari e riserve e c'era l'apparente benessere dei giocatori. Benitez allena per l'efficacia della squadra, Mourinho per il benessere dei giocatori, perché sa che questo benessere, la scoperta individuale del ruolo nella squadra, può garantire la vittoria. E che cosa hanno vinto Mourinho e Benitez in Inghilterra?'.

Questo almeno è il pensiero di Valdano prima ancora che Mourinho si trasferisse al Real Madrid (il libro è stato scritto nel 2007 con una postfazione). Benitez un allenatore "difensivo" e schematico quindi. Niente di meglio per difendere il triplete e per rilanciare le ambizioni dell'Inter anche nella prossima stagione...

Sezione: News / Data: Gio 10 giugno 2010 alle 13:06 / Fonte: FcInterNews.it
Autore: Federico Farcomeni
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